Giovedì 28 Marzo

LUIGI MONTI, COSTRUTTORE DI “COMUNITÀ”

Una vita trascorsa tra l’impegno in politica, in ambito educativo e sanitario, nell’attenzione al movimento cooperativo, all’associazionismo e alle diverse realtà ecclesiali.


Luigi Monti, primo da sinistra in piedi, all’abbazia di Farfa (2006) 

In questi giorni abbiamo sentito più volte ripetere, da fonti autorevoli, l’invito ad essere comunità, a sentirsi comunità, ma prima ancora a lavorare per costruire comunità solide. Questi richiami sono risuonati probabilmente ancora una volta nella mente dei tanti Cernuschesi che, sabato 5 gennaio, hanno dato l’ultimo saluto a Luigi Monti, morto all’età di 88 anni. In chiesa prepositurale, la Messa esequiale è stata presediuta da don Ettore Bassani.

“Sentirsi ‘comunità’ significa condividere valori, prospettive, diritti e doveri. Significa ‘pensarsi’ dentro un futuro comune, da costruire insieme. Significa responsabilità, perché ciascuno di noi è, in misura più o meno grande, protagonista del futuro del nostro Paese”: chi ha ricordato tutto questo, nel messaggio di fine anno agli Italiani, non si è limitato alle enunciazioni, ma ha fatto nomi e cognomi, ha ricordato persone concrete. Pensando alla nostra città, è stato quasi immediato, per coloro che lo hanno conosciuto, vedere rispecchiato questo impegno nella vita di Luigi Monti: in politica, in ambito educativo (nel consiglio dell’Asilo Sorre) e sanitario (nel consiglio d’amministrazione dell’Ospedale Uboldo), nell’attenzione al movimento cooperativo, all’associazionismo, alle diverse realtà ecclesiali.

Il brano di Vangelo letto durante la Messa, a prima vista, ha sorpreso, perché non si è soliti proporlo in occasione di un funerale. Ma il racconto della visita dei Magi, nell’imminenza della festa dell’Epifania – come ha ricordato don Ettore - ben si adattava per ripercorrere il lungo cammino terreno di Luigi Monti. I doni offerti dai Magi a Gesù bambino – oro, incenso e mirra – sono anche quelli presentati dal nostro concittadino al suo ritorno nella Casa del Padre: l’oro dei suoi molteplici impegni al servizio della famiglia e del bene comune in spirito di profonda umiltà; l’incenso di una vita alimentata dalla preghiera e dalla Parola, condivisa nell’esperienza dell’Opus Dei; la mirra della sofferenza di questi ultimi anni, con l’avanzare della malattia.

La nostra città ha avuto e ha la fortuna di poter contare su tante persone che si spendono nel silenzio e nella riservatezza al servizio degli altri. Persone alle quali non piace la ribalta delle scene e alzare la voce, perché preferiscono abbassarla e mettersi in ascolto, soprattutto di chi ha più bisogno e spesso non ha modo di farsi sentire. Persone che sanno scaldare i cuori, con parole di sincerità e verità. Persone che non elargiscono promesse facili, perché riconoscono che è “soltanto il lavoro tenace, coerente, lungimirante” che “produce risultati concreti. Un lavoro approfondito, che richiede competenza e che costa fatica e impegno”. Per chi lo ha conosciuto, Luigi Monti ricorda tutto questo.

Cernusco sul Naviglio, 5 gennaio 2019