Venerdì 29 Marzo

A MESSA, “IL SILENZIO AIUTA A RACCOGLIERCI IN NOI STESSI”

Papa Francesco, nella catechesi di mercoledì 10 gennaio, si è soffermato sull’importanza del silenzio. “Il silenzio non si riduce all’assenza di parole, bensì nel disporsi ad ascoltare altre voci: quella del nostro cuore e, soprattutto, la voce dello Spirito Santo”.


Foto d’archivio: da www.agensir.it

Il “Gloria” è “un’apertura della terra verso il cielo, in risposta al chinarsi del cielo sulla terra”. Lo ha spiegato il Papa, nella catechesi dell’udienza di mercoledì 10 gennaio, in cui ha proseguito il percorso di riflessione e meditazione sui vari momenti della Messa. “Nel percorso di catechesi sulla celebrazione eucaristica – ha esordito Francesco ricollegandosi alla catechesi di mercoledì scorso – abbiamo visto che l’atto penitenziale ci aiuta a spogliarci delle nostre presunzioni e a presentarci a Dio come siamo realmente, coscienti di essere peccatori, nella speranza di essere perdonati”.

“Proprio dall’incontro tra la miseria umana e la misericordia divina prende vita la gratitudine espressa nel Gloria”, ha fatto notare il Papa, ricordando che “l’esordio di questo inno riprende il canto degli angeli alla nascita di Gesù a Betlemme, gioioso annuncio dell’abbraccio tra cielo e terra”. “Questo canto coinvolge anche noi raccolti in preghiera”, ha proseguito Francesco: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà”.

Poi Papa Francesco si è soffermato sull’importanza del silenzio. “Il silenzio non si riduce all’assenza di parole, bensì nel disporsi ad ascoltare altre voci: quella del nostro cuore e, soprattutto, la voce dello Spirito Santo”: è quanto ha sottolineato il Papa parlando di quella forma particolare di preghiera denominata “colletta”, per mezzo della quale “viene espresso il carattere proprio della celebrazione, variabile secondo i giorni e i tempi dell’anno”. “Con l’invito ‘preghiamo’ – ha spiegato il Papa ripercorrendo la Messa – il sacerdote esorta il popolo a raccogliersi con lui in un momento di silenzio, al fine di prendere coscienza di stare alla presenza di Dio e far emergere, ciascuno nel proprio cuore, le personali intenzioni con cui partecipa alla Messa”.

Prima dell’orazione iniziale, “il silenzio aiuta a raccoglierci in noi stessi e a pensare al perché siamo lì”, le parole del Papa sull'”importanza di ascoltare il nostro animo per aprirlo poi al Signore”. “Forse veniamo da giorni di fatica, di gioia, di dolore, e vogliamo dirlo al Signore, invocare il suo aiuto, chiedere che ci stia vicino”, ha suggerito Francesco: “Abbiamo familiari e amici malati o che attraversano prove difficili; desideriamo affidare a Dio le sorti della Chiesa e del mondo”. “A questo serve il breve silenzio prima che il sacerdote, raccogliendo le intenzioni di ognuno, esprima a voce alta a Dio, a nome di tutti, la comune preghiera che conclude i riti d’introduzione, facendo appunto la ‘colletta’ delle singole intenzioni”.

Riflettendo - Il sacerdote ci chiede, nel corso della celebrazione della Messa, di restare in silenzio per alcuni minuti. Accade per esempio all'inizio, prima di recitare l'atto penitenziale: questo momento ci permette di chiedere perdono al Signore, riconoscendo con umiltà e sincerità i nostri errori in pensieri, parole e opere, e di invocare il suo aiuto per aprire il nostro cuore e così risorgere con lui. Quando il sacerdote conclude l'omelia, resta in silenzio insieme ad ognuno di noi: dopo aver ascoltato le sue riflessioni, dobbiamo accogliere la Parola nel nostro cuore se desideriamo rinascere a vita nuova. Quando abbiamo ricevuto la comunione, torniamo al nostro posto e restiamo in silenzio perché abbiamo accolto Gesù con il desiderio di cambiare la nostra vita per viverla nella fede e nella gioia. È quindi importante restare brevemente in silenzio. (Fabio F.)

Per il video / il testo completo della catechesi di Papa Francesco di mercoledì 10 gennaio 2018, cliccare qui

Cernusco sul Naviglio, 10 gennaio 2018