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“DOVE C’È ORGOGLIO, DOVE C’È PREPOTENZA, DOVE C’È SUPERBIA NON PUÒ ENTRARE IL SIGNORE”

“Perché quel cuore – ha spiegato Papa Francesco all’Angelus di domenica 11 dicembre - è pieno di orgoglio, di prepotenza, di superbia. Per questo, dobbiamo abbassare questo orgoglio. Dobbiamo assumere atteggiamenti di mitezza e di umiltà, senza sgridare, ascoltare, parlare con mitezza e così preparare la venuta del nostro Salvatore, lui che è mite e umile di cuore”


Foto da: www.agensir.it

L’Avvento “è un tempo per riconoscere i vuoti da colmare nella nostra vita, per spianare le asperità dell’orgoglio e fare spazio a Gesù che viene”. È quanto ha affermato il Papa, durante l’Angelus di domenica 10 dicembre in Piazza San Pietro. Quelli da colmare sono “tutti i vuoti del nostro comportamento davanti a Dio, tutti i nostri peccati di omissione”, ha spiegato Francesco elencandoli subito dopo: “Un vuoto nella nostra vita può essere il fatto che non preghiamo o preghiamo poco. L’Avvento è allora il momento favorevole per pregare con più intensità, per riservare alla vita spirituale il posto importante che le spetta. Un altro vuoto potrebbe essere la mancanza di carità verso il prossimo, soprattutto verso le persone più bisognose di aiuto non solo materiale, ma anche spirituale. Siamo chiamati ad essere più attenti alle necessità degli altri, più vicini. Come Giovanni Battista, in questo modo possiamo aprire strade di speranza nel deserto dei cuori aridi di tante persone”.

I monti e i colli che “devono essere abbassati”, ha proseguito il Papa sulla scorta del profeta Isaia, “sono l’orgoglio, la superbia, la prepotenza”: “Dove c’è orgoglio, dove c’è prepotenza, dove c’è superbia non può entrare il Signore perché quel cuore è pieno di orgoglio, di prepotenza, di superbia. Per questo, dobbiamo abbassare questo orgoglio. Dobbiamo assumere atteggiamenti di mitezza e di umiltà, senza sgridare, ascoltare, parlare con mitezza e così preparare la venuta del nostro Salvatore, lui che è mite e umile di cuore”.

“Quando attendiamo a casa la visita di una persona cara, predisponiamo tutto con cura e felicità”, l’esempio scelto da Francesco per questo tempo liturgico: “Allo stesso modo vogliamo predisporci per la venuta del Signore: attenderlo ogni giorno con sollecitudine, per essere colmati della sua grazia quando verrà”.

Riflettendo - L'Avvento è il tempo liturgico dell'attesa della nascita di Gesù Cristo nel nostro cuore, se sappiamo accogliere il nostro prossimo con umiltà, con gioia e con dolcezza. Noi cristiani dobbiamo essere umili, comprensivi e gioiosi. Non possiamo giudicare, essere superbi ed orgogliosi. Quando viviamo situazioni difficili non dobbiamo perdere la speranza e la gioia di vivere, dubitare della misericordia di Dio, ma illuminatati e sostenuti dalla fede e dall'amore che il Signore ha per ognuno di noi possiamo far in modo che la nostra vita e quella dei fratelli e sorelle che ci chiedono aiuto possa essere migliore. Vivendo così ogni giorno il Natale, perché Gesù nasce sempre nel nostro cuore. (Fabio F.)

Per il video / testo completo dell’Angelus di Papa Francesco di domenica 10 dicembre 2017, cliccare qui.

Cernusco sul Naviglio, 11 dicembre 2017