Giovedì 28 Marzo

SI VA A MESSA “NON PER GUARDARSI LA FACCIA”, MA PER “GUARDARE CRISTO”

A Messa “non è una buona abitudine guardare l’orologio e dire: ‘No no, sono in tempo, arrivo dopo il sermone e con questo compio il precetto'”. A mettere in guardia da questo tipo di “calcolo” è stato il Papa, nella catechesi dell’udienza generale di mercoledì 20 dicembre.


Foto da www.agensir.it

“La Messa comincia con il segno della croce e con i riti d’introduzione, perché lì cominciamo ad adorare Dio come comunità”, ha spiegato Francesco: “Per questo è importante non arrivare in ritardo, bensì in anticipo, per preparare il cuore a questa celebrazione della comunità”.

La Messa, ha esordito il Papa, “è composta da due parti, che sono la liturgia della Parola e la liturgia eucaristica, così strettamente congiunte tra di loro da formare un unico atto di culto. Introdotta da alcuni riti preparatori e conclusa da altri, la celebrazione è dunque un unico corpo e non si può separare, ma per una comprensione migliore cercherò di spiegare i suoi vari momenti, ognuno dei quali è capace di toccare e coinvolgere una dimensione della nostra umanità”.

“L’altare è Cristo”, e si va a Messa “non per guardarsi la faccia”, ma per “guardare Cristo”, che è “il centro della comunità”: ha spiegato il Papa, che poi ha così proseguito: “Mentre normalmente si svolge il canto d’ingresso, il sacerdote con gli altri ministri raggiunge processionalmente il presbiterio, e qui saluta l’altare con un inchino e, in segno di venerazione, lo bacia e lo incensa”, “perché l’altare è Cristo, è figura di Cristo”, ha proseguito: “Quando guardiamo l’altare guardiamo proprio dov’è Cristo. L’altare è Cristo”. “Questi gesti, che rischiano di passare inosservati, sono molto significativi – ha osservato il Papa – perché esprimono fin dall’inizio che la Messa è un incontro di amore con Cristo, il quale offrendo il suo corpo sulla croce divenne altare, vittima e sacerdote”. “L’altare, in quanto segno di Cristo, è il centro dell’azione di grazie che si compie con l’Eucaristia”, ha ribadito Francesco.

Poi Papa Francesco ha parlato del “segno della Croce”: “segnandoci con il segno della croce non solo facciamo memoria del nostro Battesimo, ma affermiamo che la preghiera liturgica è l’incontro con Dio in Cristo Gesù, che per noi si è incarnato, è morto in croce ed è risorto glorioso”.

Quindi si è soffermato sul “saluto iniziale del sacerdote”: “il saluto sacerdotale e la risposta del popolo manifestano il mistero della Chiesa radunata. Si esprime così la comune fede e il desiderio vicendevole di stare con il Signore e di vivere l’unità con tutta la comunità.”

Infine, ha parlato dell’atto penitenziale: “non si tratta solamente di pensare ai peccati commessi, ma molto di più”, “è l’invito a confessarsi peccatori davanti a Dio e ai fratelli, con umiltà e sincerità, come il pubblicano al tempio”.

Riflettendo - Quando partecipiamo alla Messa dobbiamo essere attenti a quello che viviamo, sin dal saluto iniziale che il sacerdote rivolge a tutti noi, fratelli presenti in chiesa, che dal quel momento diventiamo un’assemblea che accoglie Gesù nel proprio cuore come Padre, Figlio e Spirito Santo, facendo il segno della Croce. Con l’atto penitenziale, poi noi ci riconosciamo peccatori e chiediamo al Signore di risorgere, accogliendolo nel nostro cuore. Partecipando con attenzione alla Messa, possiamo viverne il suo significato vero ed autentico per vivere così intensamente e concretamente la nostra fede in Gesù Cristo. (Fabio F.)

Per il video / testo completo della catechesi di Papa Francesco di mercoledì 20 dicembre 2017, cliccare qui

Cernusco sul Naviglio, 20 dicembre 2017