Giovedì 28 Marzo

“NON PIÙ. NON PIÙ LA GUERRA”

Domenica 5 novembre sarà ricordata, anche nella nostra città, la festa dell’unità nazionale e la giornata delle forze armate. Occasione per riflettere sulla tragedia che ogni guerra rappresenta.


Papa Francesco al cimitero americano di Nettuno (foto da: www.agensir.it)

Dopo la celebrazione della Messa, domenica 5 novembre, alle ore 9,30, in chiesa prepositurale, in suffragio dei caduti di tutte le guerre, si formerà un corteo che, accompagnato dalla "Banda de Cernusc", raggiungerà Piazza Martiri della Libertà per rendere omaggio al monumento ai caduti e deporre una corona d'alloro.

Quest’anno la ricorrenza cade nel centenario della disfatta di Caporetto, la più disastrosa sconfitta dell’Esercito italiano: tra i soldati italiani persero la vita in circa 40.000 e 365.00 furono fatti prigionieri! Al di là del giudizio storico sulle responsabilità del disastro, è sempre necessario riflettere su quella come su altre carneficine.

“Non più, Signore. Non più”. È l’invocazione che ha scandito l’omelia della Messa celebrata dal Papa al Cimitero americano di Nettuno – giovedì 2 novembre – per commemorare i defunti e le vittime di tutte le guerre. Come Benedetto XV un secolo fa, Francesco ha deplorato la “strage inutile” della guerra e ha esclamato: “Per favore, Signore, fermati. Non più. Non più la guerra”. Perché “con la guerra si perde tutto”, non solo ieri ma anche oggi, nell’epoca della “guerra a pezzetti”.

La speranza non delude, l’esordio del Papa nell’omelia. Così, ognuno di noi è spinto a guardare il cielo e a pregare: “Per favore, Signore, fermati. Non più questa guerra. Non più questa strage inutile. Meglio sperare senza questa distruzione: giovani… migliaia, migliaia, migliaia… speranze rotte. ‘Non più, Signore’. E questo dobbiamo dirlo oggi, che il mondo un’altra volta è in guerra e si prepara per andare più fortemente in guerra”, il monito per la tragica attualità. Per leggerla e decifrarla correttamente Bergoglio, ancora una volta, attinge alla saggezza di un’anziana donna, che guardando le rovine di Hiroshima “con rassegnazione sapienziale”, come solo le donne sanno fare, diceva: “Gli uomini fanno di tutto per dichiarare e fare una guerra, e alla fine distruggono se stessi”.

Questa è la guerra, spiega il Papa: distruzione di noi stessi. Le lacrime di questa anziana donna, allora, sono lacrime che oggi l’umanità non deve dimenticare: “Questo orgoglio di questa umanità che non ha imparato la lezione e sembra che non voglia impararla!”. Gli uomini sono così: quando pensano di fare una guerra, credono di portare una “primavera”, e invece tutto finisce in un inverno brutto e crudele: “Oggi preghiamo per tutti i defunti – il finale ancora denso delle ferite del presente – tutti, ma in modo speciale per questi giovani, in un momento in cui tanti muoiono nelle battaglie di ogni giorno di questa guerra a pezzetti. Preghiamo anche per i morti di oggi, i morti di guerra, anche bambini, innocenti. Questo è il frutto della guerra: la morte. E che il Signore ci dia la grazia di piangere”.

Papa Francesco ha visitato, sempre ieri, anche le Fosse Ardeatine. Sul ‘Libro d’onore’, ha scritto questa frase: “Questi sono i frutti della guerra: odio, morte, vendetta… Perdonaci, Signore”.

Cernusco sul Naviglio, 3 novembre 2017