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“IL PARADISO È L’ABBRACCIO CON DIO, AMORE INFINITO”

La parola “paradiso” compare “una sola volta” nei Vangeli, ed è rivolta ad un “povero diavolo, un reo confesso”: il buon ladrone. Lo ha evidenziato il Papa, che ha dedicato l’ultima catechesi sul tema della speranza cristiana, iniziata in questo anno liturgico, al paradiso.


Foto archivio: da www.agensir.it

“Paradiso”, ha ricordato Francesco ai fedeli presenti oggi in piazza San Pietro, “è una delle ultime parole pronunciate da Gesù sulla croce, rivolto al buon ladrone”. “Sulla croce, Gesù non è solo”, ha proseguito il Papa, “ci sono due malfattori”. Uno di loro è “un reo confesso”, ha ricordato Francesco: “Uno che riconosce di aver meritato quel terribile supplizio. Lo chiamiamo il buon ladrone, il quale, opponendosi all’altro, dice: noi riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni”. “Sul Calvario, in quel venerdì tragico e santo, Gesù giunge all’estremo della sua incarnazione, della sua solidarietà con noi peccatori”, il commento di Francesco: “Lì si realizza quanto il profeta Isaia aveva detto del Servo sofferente: ‘È stato annoverato tra gli empi'”.

“È là, sul Calvario, che Gesù ha l’ultimo appuntamento con un peccatore, per spalancare anche a lui le porte del suo Regno”, ha esclamato il Papa. “Non aveva opere di bene da far valere, non aveva niente, ma si affida a Gesù, che riconosce come innocente, buono, così diverso da lui”, l’analisi della figura del buon ladrone: “È stata sufficiente quella parola di umile pentimento, per toccare il cuore di Gesù”.

“Il buon ladrone ci ricorda la nostra vera condizione davanti a Dio: che noi siamo suoi figli, che lui prova compassione per noi, che lui è disarmato ogni volta che gli manifestiamo la nostalgia del suo amore” ha evidenziato il Papa.

“Il paradiso non è un luogo da favola, e nemmeno un giardino incantato. Il paradiso è l’abbraccio con Dio, amore infinito, e ci entriamo grazie a Gesù, che è morto in croce per noi” ha quindi spiegato il Papa, che poi ha affermato: “Dove c’è Gesù, c’è la misericordia e la felicità; senza di lui c’è il freddo e la tenebra”. “Nell’ora della morte, il cristiano ripete a Gesù: ‘Ricordati di me'”, ha proseguito Francesco citando le parole del buon ladrone: “E se anche non ci fosse più nessuno che si ricorda di noi, Gesù è lì, accanto a noi. Vuole portarci nel posto più bello che esiste. Ci vuole portare là con quel poco o tanto di bene che c’è stato nella nostra vita, perché nulla vada perduto di ciò che lui aveva già redento. E nella casa del Padre porterà anche tutto ciò che in noi ha ancora bisogno di riscatto: le mancanze e gli sbagli di un’intera vita”.

“È questa la meta della nostra esistenza: che tutto si compia, e venga trasformato in amore”, ha concluso il Papa: “Se crediamo questo, la morte smette di farci paura, e possiamo anche sperare di partire da questo mondo in maniera serena, con tanta fiducia”.

Per leggere il testo integrale della catechesi di Papa Francesco di mercoledì 25 ottobre 2017, cliccare qui

Cernusco sul Naviglio, 25 ottobre 2017