“CONTRAPPORRE DIO E CESARE SAREBBE UN ATTEGGIAMENTO FONDAMENTALISTA”

“Il cristiano è chiamato a impegnarsi concretamente nelle realtà terrene, ma illuminandole con la luce che viene da Dio. L’affidamento prioritario a Dio e la speranza in lui non comportano una fuga dalla realtà, ma anzi un rendere operosamente a Dio quello che gli appartiene.”


Foto da www.agensir.it

“A chi appartengo io? Alla famiglia, alla città, agli amici, alla scuola, al lavoro, alla politica, allo Stato? Sì, certo. Ma prima di tutto – ci ricorda Gesù – tu appartieni a Dio”. Lo ha detto il Papa, durante l’Angelus di domenica 22 ottobre. “Questa è l’appartenenza fondamentale”, ha spiegato Francesco commentando la frase di Gesù: “Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio”.

È Dio “che ti ha dato tutto quello che sei e che hai”, ha ricordato il Papa: “E dunque la nostra vita, giorno per giorno, possiamo e dobbiamo viverla nel ri-conoscimento di questa nostra appartenenza fondamentale e nella ri-conoscenza del cuore verso il nostro Padre, che crea ognuno di noi singolarmente, irripetibile, ma sempre secondo l’immagine del suo Figlio amato, Gesù. È un mistero stupendo”.

Il cristiano, per Francesco, “è chiamato a impegnarsi concretamente nelle realtà umane e sociali senza contrapporre Dio e Cesare; contrapporre Dio e Cesare sarebbe un atteggiamento fondamentalista. Il cristiano è chiamato a impegnarsi concretamente nelle realtà terrene, ma illuminandole con la luce che viene da Dio. L’affidamento prioritario a Dio e la speranza in lui non comportano una fuga dalla realtà, ma anzi un rendere operosamente a Dio quello che gli appartiene. È per questo che il credente guarda alla realtà futura, quella di Dio, per vivere la vita terrena in pienezza, e rispondere con coraggio alle sue sfide”.

Nel brano evangelico, “Gesù dichiara che pagare la tassa non è un atto di idolatria, ma un atto dovuto all’autorità terrena; dall’altra – ed è qui che Gesù dà il “colpo d’ala” – richiamando il primato di Dio, chiede di rendergli quello che gli spetta in quanto Signore della vita dell’uomo e della storia. Il riferimento all’immagine di Cesare, incisa nella moneta, dice che è giusto sentirsi a pieno titolo – con diritti e doveri – cittadini dello Stato; ma simbolicamente fa pensare all’altra immagine che è impressa in ogni uomo: l’immagine di Dio. Egli è il Signore di tutto, e noi, che siamo stati creati a sua immagine” apparteniamo anzitutto a lui.

Per leggere il testo completo dell’Angelus di Papa Francesco di domenica 22 ottobre 2017, cliccare qui

Cernusco sul Naviglio, 23 ottobre 2017