Giovedì 28 Marzo

“I VERI CRISTIANI NON SONO MAI UOMINI FACILI E ACCOMODANTI”

Papa Francesco, nella catechesi odierna, ha invitato i fedeli presenti in Piazza San Pietro a ricordare che “Dio non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza”. “Ecco perché il cristiano è un missionario di speranza. Non per suo merito, ma grazie a Gesù, il chicco di grano che, caduto nella terra, è morto e ha portato molto frutto”.


(Foto da www.agensir.it)

“San Francesco d’Assisi è stato un grande missionario di speranza”. Papa Francesco ha cominciato con queste parole la catechesi dell’udienza di oggi, dedicata al tema “Missionari di speranza oggi”. “Sono contento di farlo all’inizio del mese di ottobre, che nella Chiesa è dedicato in modo particolare alla missione, e anche nella festa di san Francesco d’Assisi”, ha esordito il Papa, ricordando che “il cristiano non è un profeta di sventura”. “Capito questo? Noi non siamo profeti di sventura”, ha ripetuto rivolgendosi ai fedeli presenti: “L’essenza del suo annuncio è l’opposto: è Gesù, morto per amore e che Dio ha risuscitato al mattino di Pasqua. Questo è il nucleo della fede cristiana”. “Se i Vangeli si fermassero alla sepoltura di Gesù, la storia di questo profeta andrebbe ad aggiungersi alle tante biografie di personaggi eroici che hanno speso la vita per un ideale”, ha fatto notare Francesco: “Il Vangelo sarebbe allora un libro edificante, anche consolatorio, ma non sarebbe un annuncio di speranza”. “Ma i Vangeli non si chiudono col venerdì santo, vanno oltre”, ha affermato il Papa, “ed è proprio questo frammento ulteriore a trasformare le nostre vite”.

“I discepoli di Gesù erano abbattuti in quel sabato dopo la sua crocifissione”, ha raccontato Francesco: “Quella pietra rotolata sulla porta del sepolcro aveva chiuso anche i tre anni entusiasmanti vissuti da loro col Maestro di Nazareth. Sembrava che tutto fosse finito, e alcuni, delusi e impauriti, stavano già lasciando Gerusalemme”. “Ma Gesù risorge!”, ha esclamato il Papa: “Questo fatto inaspettato rovescia e sovverte la mente e il cuore dei discepoli. Perché Gesù non risorge solo per sé stesso, come se la sua rinascita fosse una prerogativa di cui essere geloso: se ascende verso il Padre è perché vuole che la sua risurrezione sia partecipata ad ogni essere umano, e trascini in alto ogni creatura. E nel giorno di Pentecoste i discepoli sono trasformati dal soffio dello Spirito Santo. Non avranno solamente una bella notizia da portare a tutti, ma saranno loro stessi diversi da prima, come rinati a vita nuova”. “La risurrezione di Gesù ci trasforma con la forza dello Spirito Santo: Gesù è vivo tra noi, è vivente, e ha quella forza di trasformarsi”, ha aggiunto Francesco.

“Com’è bello pensare che si è annunciatori della risurrezione di Gesù non solamente a parole, ma con i fatti e con la testimonianza della vita!” ha esclamato il Papa, aggiungendo poi, a proposito dello stile missionario del cristiano: “Gesù non vuole discepoli capaci solo di ripetere formule imparate a memoria. Vuole testimoni: persone che propagano speranza con il loro modo di accogliere, di sorridere, di amare. Soprattutto di amare: perché la forza della risurrezione rende i cristiani capaci di amare anche quando l’amore pare aver smarrito le sue ragioni”. “C’è sempre un ‘di più’ che abita l’esistenza cristiana, e che non si spiega semplicemente con la forza d’animo o un maggiore ottimismo”, ha spiegato Francesco. “La fede, la speranza nostra non è solo ottimismo: è altra cosa, di più!”, ha proseguito: “È come se i credenti fossero persone con un pezzo di cielo in più sopra la testa”. “

“Il compito dei cristiani in questo mondo è quello di aprire spazi di salvezza, come cellule di rigenerazione capaci di restituire linfa a ciò che sembrava perduto per sempre”. “I veri cristiani non sono mai uomini facili e accomodanti”. La catechesi si è quindi conclusa con l’invito a ricordare che “Dio non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza”. “Ecco perché il cristiano è un missionario di speranza. Non per suo merito, ma grazie a Gesù, il chicco di grano che, caduto nella terra, è morto e ha portato molto frutto”.

Per leggere il testo completo della catechesi di Papa Francesco di mercoledì 4 ottobre 2017, cliccare qui

Cernusco sul Naviglio, 4 ottobre 2017