IN VACANZA IN COMPAGNIA DI UN CICERONE

Guida, amico, nonno, “invisibile”: apprezzare e ricercare la compagnia di un conducente ha molti lati positivi. Egli è quell’uno che concentra in sé una comunità. Che evoca il pieno, la vita. Ha la debolezza della minoranza e la forza della testa di ponte.


Foto archivio SIR

«Beniamino era il cocco di papà Giacobbe. Ma anche i suoi undici fratelli lo amavano e lo custodivano. La gente che portava il suo nome – insieme a quella di Levi e di Giuda – costituiva il “resto d’Israele”: le uniche tribù rimaste, dopo la distruzione del Regno del Nord.»: inizia così la riflessione di don Massimo Pavanello, responsabile turismo e pellegrinaggi della nostra diocesi, pubblicata su www.chiesadimilano.it

«Non sappiamo molto di questo ultimogenito – prosegue Pavanello - ma stando a quanto accennato sin qui parrebbe quasi un membro di una “categoria protetta”. Il Salmo 68, però, sorprende: “Ecco il giovane Beniamino,/ che guida gli altri,/ i prìncipi di Giuda e la loro schiera,/ i prìncipi di Zabulon, i prìncipi di Neftali”. “Beniamino la guida” è quindi debole e forte al contempo. Come tante altre figure riconducibili al nome famoso.»

«Il conduttore turistico – riflette ancora il responsabile diocesano - nel senso stretto, ad esempio, è l’anello fragile della filiera del viaggio. La prima voce di spesa che si taglia. Il cicerone ha, poi, molti competitors: dalla sussidiazione raccolta in proprio prima di partire, alle tecnologie gestibili col telefonino. Non sono pochi, però, quelli che lo sostituiscono col nulla. Camminano col naso all’insù, credendo che ciò automaticamente immagazzini meraviglia da rigustare all’occorrenza.»

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Cernusco sul Naviglio, 3 luglio 2017