SCOLA: “SOLIDARIETÀ E PREGHIERA PER TUTTI COLORO CHE FATICANO PER IL LAVORO”

Alla Peg Perego l’arcivescovo ha presieduto la veglia diocesana per i lavoratori. Ai molti presenti nello stabilimento ha richiamato la necessità di sapere coinvolgere i giovani, la cui disoccupazione è una tragedia.

Foto archivio SIR

«Una veglia di preghiera alimentata dall’impatto con la realtà». È questo il primo giudizio che il cardinale Scola esprime, salendo sul semplice palco allestito all’interno del grande stabilimento della Peg Perego di Arcore, dove si è svolta la celebrazione diocesana dedicata al lavoro, lo scorso 26 aprile, nell’imminenza della festa del 1° maggio.

Con il titolo «Un lavoro per la vita» la veglia 2017 intende infatti richiamare tale inscindibile nesso: non a caso l’azienda scelta è, da decenni, leader nella produzione di passeggini e accessoristica dedicata alla prima infanzia. Evidente che non si possa non pensare alla crisi che attanaglia ormai da un decennio e che continua, anche se qualche segno di rinascita si vede e, comunque, permangono realtà in piena attività come la Peg Perego, che dà lavoro a 450 dipendenti, ma anche situazioni drammatiche, testimoniate dalla rappresentanza di una trentina di lavoratori della vicina “K-Flex” di Roncello, la cui ultima mediazione per salvare 187 posti di lavoro è fallita proprio nella giornata del 26 aprile.


L’Arcivescovo nota subito: «Nel lavoro vi è di mezzo tutto l’io, così come negli affetti e nel riposo». Per questo «nel travaglio della nostra epoca, in cui leggere la crisi cosiddetta economica, dobbiamo essere solidali e pregare per tutti coloro che faticano quotidianamente per il lavoro. Il senso dell’individualismo profondo contemporaneo, è molto più grave di quello dell’epoca moderna, perché è una sorta di autismo spirituale, che porta a incapacità di relazione e di contatto». Il riferimento è alla lettera lasciata da Michele (l’hanno voluta rendere nota i genitori), giovane friulano che ha scelto di uccidersi anche per i tanti “no” ricevuti cercando un’occupazione. A lui va il pensiero e la preghiera di Scola: «Sono stato scioccato da questa lettera lucidamente tragica. Di fronte a queste parole - durante la lettura lo sgomento era dipinto sui volti dei molti partecipanti, ndr - possiamo farci prendere dal ragionamento, senza arrivare a riconoscere che ha fatto ciò che ha fatto perché solidarietà e comunione non sono riusciti a scaldare il suo cuore».

Per leggere il testo completo dell’articolo, pubblicato su www.chiesadimilano.it, cliccare qui:

Cernusco sul Naviglio, 1 maggio 2017