SCOLA: «UN CRISTIANESIMO DI POPOLO PER TUTTI»

L’Arcivescovo scrive alla Diocesi a conclusione della Visita pastorale: «Una risorsa dello Spirito che ci provoca a un cammino più deciso e più lieto. Con negli occhi le immagini di papa Francesco tra noi, testimoniamo il dono di Cristo e della Chiesa a quanti quotidianamente incontriamo»


Foto da www.agensir.it

Una lettera a “tutti i battezzati, le donne e gli uomini delle religioni e di buona volontà”, per “esprimere la mia gratitudine per il dono della Visita pastorale feriale giunta alla sua conclusione”. Lo scrive l’arcivescovo Angelo Scola, descrivendo subito dopo le varie fasi in cui si è sviluppata la visita alla diocesi. Visita che “ha consentito a me e ai miei collaboratori di toccare con mano la vita di comunione in atto nella Chiesa ambrosiana, non certo priva di difficoltà e di conflitti e tuttavia appassionata all’unità”. I diversi passaggi della visita, che ha toccato le oltre 1.100 parrocchie della diocesi, “hanno confermato ai miei occhi la vitalità di comunità cristiane non solo ben radicate nella storia secolare della nostra Chiesa, ma capaci di tentare, su suggerimento dello Spirito, adeguate innovazioni.”

L’arcivescovo osserva: “È stata però la Visita del Papa a farmi cogliere nitidamente l’elemento che unifica le grandi diversità che alimentano la nostra vita diocesana”. “La venuta tra noi del Santo Padre è stata, infatti, un richiamo così forte da rendere visivamente evidente che la nostra Chiesa è ancora una Chiesa di popolo. Certo, anche da noi il cambiamento d’epoca fa sentire tutto il suo peso. Come le altre metropoli, siamo segnati spesso da un cristianesimo fai da te”. “Non manca confusione su valori imprescindibili; spesso non è chiaro il rapporto tra i diritti, i doveri e le leggi…”. “Ma è inutile insistere troppo sull’analisi degli effetti della secolarizzazione su cui ci siamo soffermati in tante occasioni. Più utile, anzi necessario, è domandarci che responsabilità ne viene per noi? Come coinvolgere in questa vita di popolo i tantissimi fratelli e sorelle battezzati che hanno un po’ perso la via di casa? Come proporre con semplicità in tutti gli ambienti dell’umana esistenza la bellezza dell’incontro con Gesù e della vita che ne scaturisce? Come rivitalizzare le nostre comunità cristiane di parrocchia e di ambiente perché, con il Maestro, si possa ripetere con gusto e con semplicità a qualunque nostro fratello ‘vieni e vedi’? Come comunicare ai ragazzi e ai giovani il dono della fede?”.

La lettera aggiunge: “In una parola: se il nostro è, nelle sue solidi radici, un cristianesimo di popolo, allora è per tutti. Non dobbiamo più racchiuderci tristi in troppi piagnistei sul cambiamento epocale, né ostinarci nell’esasperare opinioni diverse rischiando in tal modo di far prevalere la divisione sulla comunione”.

L’arcivescovo Angelo Scola segnala anche alcune difficoltà riscontrate: “Penso alla comprensibile fatica di costruire le comunità pastorali o nell’accogliere gli immigrati che giungono a noi per fuggire dalla guerra e dalla fame. Ma, con una limpida testimonianza, personale e comunitaria, con gratitudine per il dono di Cristo e della Chiesa, siamo chiamati a lasciarlo trasparire come un invito affascinante per quanti quotidianamente incontriamo”.

Dopo essersi soffermato su quanto la Visita pastorale ha dato a Lui, come arcivescovo, la lettera del cardinale Scola si chiude così: “Se consideriamo la Visita pastorale feriale dal punto di vista profondo che la fede, la speranza e la carità ci insegnano, e non ci fermiamo a reazioni emotive o solo sentimentali, non possiamo non riceverla come una grande risorsa che lo Spirito Santo ha messo a nostra disposizione e che ci provoca ad un cammino più deciso e più lieto. Seguendo la testimonianza di Papa Francesco, la grande tradizione della Chiesa milanese può rinnovarsi ed incarnarsi meglio nella storia personale e sociale delle donne e degli uomini che abitano le terre ambrosiane”.

Per leggere il testo integrale della lettera dell’arcivescovo, cardinale Angelo Scola, alla diocesi, cliccare qui

Cernusco sul Naviglio, 19 giugno 2017