CON QUALCHE GIORNO D’ANTICIPO, FALÒ DI SANT’ANTONIO

L’accensione del falò di sant’Antonio quest’anno, per favorire una maggiore partecipazione, è anticipata a sabato 14, rispetto alla memoria liturgica del santo che ricorre martedì 17 gennaio.


Il falò di sant’Antonio 2015 in Sacer (foto G. Melzi)

Passano gli anni e cambiano radicalmente le attività economiche e le abitudini dei Cernuschesi, ma l’appuntamento con il falò di sant’Antonio rimane un punto fermo. Una tradizione tenuta viva soprattutto dagli oratori, che non teme affatto la concorrenza con nuove feste, importate dall’estero e che poco o nulla hanno a che fare con le nostre radici, ma che ben si prestano a sfruttamento a fini commerciali.

In Sacer, l’appuntamento per l’accensione del falò è alle ore 21,00, a seguire la benedizione degli animali, secondo una recente consuetudine locale che, invece, altrove è diffusa da secoli; quindi vin brulè, the e panettone per tutti. Possibilità anche di cenare in Oratorio, a partire dalle ore 19,30, previa prenotazione in segreteria (per ulteriori informazioni, leggere IL FOGLIO, pubblicato in prima pagina su questo stesso sito).

All’Oratorio della Madonna del Divin Pianto, l’accensione del falò è alle ore 20,30, con successiva distribuzione di vin brulè.

Martedì 17 gennaio non mancheranno certamente i falò accesi dai contadini cernuschesi, rimasti ormai in pochi, ma anche da chi pur non esercitando questa attività conserva tuttavia un piccolo appezzamento di terreno o anche un più modesto giardino dove non vuol rinunciare a bruciare una catasta di legna in ricordo di un rito che ha, è proprio il caso di dirlo, riscaldato gli inverni della sua vita.

Nel “Martirologio Romano” si legge che san’Antonio «rimasto orfano, facendo suoi i precetti evangelici distribuì tutti i suoi beni ai poveri e si ritirò nel deserto della Tebaide in Egitto, dove intraprese la vita ascetica; si adoperò pure per fortificare la Chiesa, sostenendo i confessori della fede durante la persecuzione dell’imperatore Diocleziano, e appoggiò sant’Atanasio nella lotta contro gli ariani. Tanti furono i suoi discepoli da essere chiamato padre dei monaci. Nel giorno della sua festa liturgica, si benedicono le stalle e si portano a benedire gli animali domestici; in alcuni Paesi di origine celtica, sant’Antonio assunse le funzioni della divinità della rinascita e della luce, il garante di nuova vita, a cui erano consacrati cinghiali e maiali, così sant’Antonio venne rappresentato in varie opere d’arte con ai piedi un cinghiale.» Per millenni e ancora oggi, si usa accendere nel giorno in cui ricorre la sua memoria liturgica «i cosiddetti “focarazzi” o “ceppi” o “falò di sant’Antonio”, che avevano una funzione purificatrice e fecondatrice, come tutti i fuochi che segnavano il passaggio dall’inverno all’imminente primavera.»

Cernusco sul Naviglio, 9 gennaio 2017