GIOVANI INTERESSATI AL BENE COMUNE

A sorpresa, una ricerca dell’Istituto Toniolo colloca i giovani lontano dal senso comune che li racconta distaccati, concentrati sul loro presente, poco attenti a quello che accade loro intorno.


Foto archivio SIR – Riproduzione riservata

Sentirsi cittadini significa identificare un legame di appartenenza speciale con una comunità, significa riconoscere una propria identità radicata in una cultura specifica, significa sapersi coinvolgere nella responsabilità di amministrare, di accrescere, di sostenere le risorse che alimentano i beni collettivi in modo da arricchire un patrimonio comune. Siamo soliti considerare i giovani poco appassionati da questa attenzione civica. Invece alcuni dati mostrano una realtà diversa. Una ricerca dell’Istituto Toniolo scardina questo stereotipo.

In una recente indagine, che è basata su un campione di giovani europei di età compresa tra i 18 e i 32 anni e che mette a tema cittadinanza e partecipazione, si osserva che tra gli italiani emerge un alto senso di appartenenza al proprio Paese: su una scala da 1 a 10, il 75,1% esprime un grado di appartenenza superiore o uguale a 6, giudizio simile ai loro coetanei francesi o tedeschi.
Dallo stesso campione emerge un’immagine positiva dei ragazzi italiani: il 74,2% ritiene importante svolgere un’attività di volontariato, l’83,4% pensa che sia importante promuovere il bene comune della comunità in cui si vive, addirittura, per un altro 87,2% è importante essere informato in merito a quello che accade e per un 80% è utile andare a votare.

La collezione dei dati ci consegna un profilo inaspettato. Si rivelano giovani interessati al bene comune, collocati lontano dal senso comune che li racconta distaccati, concentrati sul loro presente, poco attenti a quello che accade loro intorno. Certo quando si passa dalla teoria alla pratica i dati ci mostrano una storia un po’ diversa, perché ad esempio la metà dei giovani intervistati non ha mai praticato attività di volontariato. Tuttavia non si può sostenere che siano scomparsi i giovani impegnati, anche se le modalità sono diverse dal passato. Ci sono giovani che praticano volontariato e promuovono azioni civiche, le loro attività sono soprattutto legate a iniziative specifiche per affrontare una questione precisa, però non si colorano di un’appartenenza specifica o di una militanza associativa.

In un periodo di forte disaffezione politica l’interesse ad ampio raggio rilevato tra i giovani può essere una buona notizia per il futuro. La consapevolezza della necessità di essere informati, della bontà dell’impegno e della centralità di vedere gli interessi della comunità, non solo i propri, sono semi di un atteggiamento maturo che è la base per una crescita della partecipazione. Però bisognerà trovare modi per aggregare forze che per ora rimangono senza visione ampia.

Andrea Casavecchia per Agenzia SIR

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Cernusco sul Naviglio, 27 dicembre 2016