SCOLA: «NELLA SOCIETÀ PLURALE OCCORRE TESTIMONIANZA, NON SERVONO STERILI POLEMICHE»

L’arcivescovo, cardinale Angelo Scola, ha presieduto in Duomo la Celebrazione eucaristica nella V Domenica dell’Avvento ambrosiano. La figura del Precursore, il valore della testimonianza e del dialogo, al centro della sua omelia


Duomo di Milano

Nella V Domenica dell’Avvento Ambrosiano la figura di Giovanni Battista, “Il Precursore”, attraversa come un filo rosso la liturgia della celebrazione che il cardinale presiede in Duomo. Annunciato cinque secoli prima di Cristo dal profeta Malachia come colui che prepara la venuta del Signore, il Precursore è il primo testimone del Dio fatto carne, dovendo dare, come scrive l’evangelista Giovanni, “testimonianza della luce”. Dunque, il vero testimone tanto che – nota in apertura dell’omelia, l’Arcivescovo – «nelle sue numerosissime raffigurazioni artistiche è spesso rappresentato con l’indice puntato a indicare un altro: il testimone è sempre relativo ad un altro da sé. Ognuno di noi vive nel bisogno di questa reciproca testimonianza, di amore, di giustizia, di partecipazione alla vita civile, di condivisione».

Una testimonianza che è, quindi, una necessità e un’evidenza che si documenta nell’esperienza di tutti. «Dall’attribuzione del nome fino al paziente cammino dell’educazione, un altro ci dice chi siamo e ci introduce alla realtà concreta e intera. La fede non fa che gettare una luce fino in fondo a questa esperienza umana. È la ragione per cui credere ci “con-viene”, in quanto corrisponde profondamente alla nostra umana natura».

Da qui, emerge quella che il Cardinale definisce «una prima importante implicazione che serve per la vita di Chiesa, di famiglia, dei nostri paesi, della società civile: nel necessario e instancabile dialogo con ogni fratello uomo, il cristiano/testimone non può mai essere autoreferenziale. Non si pone mai come chi già possiede la risposta compiuta a qualunque interrogativo, ma come un compagno di cammino verso Colui, Gesù, che ci apre alla risposta» e ci conduce, come dice ancora Giovanni, “alla grazia e alla verità venute per mezzo di Lui”.

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Cernusco sul Naviglio, 12 dicembre 2016