SCOLA: «ALLARGARE L’OSPITALITÀ È UN INIZIO DI INTEGRAZIONE»

L’arcivescovo è intervenuto al convegno per la Giornata Diocesana Caritas, sabato 5 novembre, dal titolo “Non dimenticate l’ospitalità. La carità genera cultura”. «Non vi è niente che mostri la bellezza vissuta dentro la Chiesa quanto una carità praticata», ha detto Scola ai 700 volontari e operatori presenti.


Foto archivio SIR – Riproduzione riservata

La carità che è e deve farsi sempre più cultura, stile di vita, atteggiamento con cui affrontare le sfide drammatiche del nostro tempo. Il grande salone Pio XII della Casa cardinale Schuster di Milano, affollato degli oltre 700 volontari, operatori e responsabili di Caritas decanali e parrocchiali che partecipano al tradizionale Convegno della Vigilia della Giornata Diocesana Caritas, accoglie il cardinale Scola. Dopo l’introduzione del direttore di Caritas ambrosiana, Luciano Gualzetti, che si collega telefonicamente con il responsabile del Settore Emergenze di Caritas, Alberto Minoia, ora a Senigallia nelle Marche per sostenere, con una «prossimità continua senza limiti», l’accoglienza ai 30.000 sfollati del terremoto del 30 ottobre, l’Arcivescovo affronta così il tema fondamentale del rapporto tra carità e cultura, in linea con il titolo della Giornata, “Non dimenticate l’ospitalità. La carità genera cultura».

«La gratitudine mia e di tutta la Diocesi è veramente marcata, perché siete attori decisivi della proposta di Cristo ai tanti battezzati che hanno perduto la via di casa», dice subito il Cardinale, evidenziando, appunto, la necessità di una «carità che si faccia “visione” per scoprire il senso del vivere». Il riferimento è a Benedetto XVI nel Motu proprio del novembre 2012, in cui il Papa scavava sul motivo di fondo dell’agire di carità e indicava, come funzione pedagogica, l’educazione alla condivisione. Ma come favorire e incrementare tale educazione? Formando una mentalità, la risposta di Scola. «Così come il lasciarsi convocare da Gesù ogni domenica attorno all’Eucaristia forma una mentalità, bisogna che gli altri “fondamentali” della vita cristiana - educazione al gratuito, al pensiero di Cristo, testimonianza in tutti gli ambienti di vita - siano vissuti con fedeltà e regolarità».

Per leggere il testo integrale dell’articolo, cliccare qui

Cernusco sul Naviglio, 7 novembre 2016