SCOLA: “L´INSCINDIBILE RAPPORTO TRA MISERICORDIA E CONVERSIONE”

«In tale rapporto si incontrano, da una parte, il do­no gratuito e sovrabbondante della salvezza e, dall'altra, tutto il nostro bisogno di cambiare e il riconoscimento del nostro peccato. Possiamo così ottene­re il perdono mediante il qua­le con la riconciliazione la no­stra libertà si avvicina a Gesù e domanda cosa fare.»


Cardinale Angelo Scola – Foto archivio SIR, riproduzione riservata

Il nostro arcivescovo, cardinale Angelo Scola, ha celebrato, nella seconda domenica di Avvento, la Messa delle ore 17,30, in Duomo, durante la quale ha offerto alla meditazione dei fedeli, commentando il brando di vangelo proposta dalla liturgia del giorno, le sue riflessioni su Giovanni Battista, «”profeta” che annuncia la sorgente del cambiamento».

«L’offerta della salvezza ad ogni uomo è il filo ros­so della Parola di Dio di questa II Domenica d'Avvento.» Così ha esordito l’arcivescovo nella sua omelia, poi ha aggiunto: una salvezza che «trova nell'esperienza personale e nelle parole di san Paolo il suo contesto esplicito: “Cristo è di­ventato servitore dei circoncisi per mostrare la fedeltà di Dio nel compiere le promesse dei padri: le genti invece glorifica­no Dio per la sua misericordia” (Rm 15,8-9). La salvezza porta­ta da Gesù è per tutti. Lo sappiamo bene, in “presa di­retta”: i rapporti costitutivi (tra uomo e donna, tra genitori e fi­gli, tra amici...) documentano che l'io cambia grazie all'espe­rienza di un amore ricevuto ed accolto, molto più che per un programma che si è imposto. La conversione cristiana è de­terminata ultimamente dal rap­porto con Dio presente e non dalla nostra immagine di per­fezione o dalle nostre capacità. Per questo è offerta a tutti, sen­za eccezione.»

«Il Vangelo ci dice che Giovanni Battista “percorse tutta la regio­ne del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati”. Dando atto della missione del Battista – ha proseguito il cardinale Scola - l'evangelista Luca individua poi la dinamica della salvezza che Gesù è venuto a portare nel mondo. Si tratta dell'inscindibile rapporto tra misericordia e conversione. In tale rapporto si incontrano, da una parte, il do­no gratuito e sovrabbondante della salvezza e, dall'altra, tutto il nostro bisogno di cambiare e il riconoscimento del nostro peccato. Possiamo così ottene­re il perdono mediante il qua­le con la riconciliazione la no­stra libertà si avvicina a Gesù e domanda cosa fare. Dio ci re­stituisce il nostro volto origina­rio, molto al di là di quanto pos­siamo pensare e meritare.»

«Alla domanda delle folle – “Che cosa dobbiamo fa­re?” - Giovanni risponde con una nettezza che non fa sconti: “Chi ha due tuniche ne dia una a chi non ne ha e chi ha da man­giare faccia altrettanto”; “non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato” e “non maltrat­tate e non estorcete niente a nes­suno; accontentatevi delle vo­stre paghe”. Sono parole – ha sottolineato l’arcivescovo, avviandosi alla conclusione della sua omelia - che possiamo ascoltare e praticare non macigni che ci vengono messi sulle spalle, ma indica­zioni di una modalità nuova di rapporto tra gli uomini che na­sce dalla benevolenza reciproca di chi si sa fratello. Sono espressioni di giustizia. L'Avvento è un tempo di con­versione e lo è perché l'attesa del Signore che viene - anzi che sta venendo proprio ora e forse nel modo più inimmaginabile - mette in moto le energie più profonde del nostro desiderio di voler bene.»

Per leggere il testo completo dell’omelia dell’arcivescovo, cardinale Angelo Scola, di domenica 20 novembre 2016, visita http://www.chiesadimilano.it

Cernusco sul Naviglio, 21 novembre 2016