CON GLI OCCHI SGRANATI
I bambini orfani di “crimini domestici”, come quelli vittime di guerre e di violenze, aspettano risposte, con gli occhi sgranati per il dolore.
Foto archivio SIR - Riproduzione riservata
Non si vorrebbero più leggere notizie come quelle di questi giorni che
giungono da Aleppo e dallo Yemen. Non si vorrebbe più scorrere
quell’impressionante elenco di cifre di morti, sfollati, intrappolati,
disperati, traditi, umiliati. Non si vorrebbe più prendere atto che tra i
calpestati dalla violenza degli adulti ci sono, sempre più numerosi, i bambini.
Nello Yemen sono 900 i piccoli tra i 3.000 morti dall’inizio dell’anno,
1.5000.000 i bimbi malnutriti di cui 370.000 con danni irreparabili.
Ad Aleppo le cifre non sono meno spaventose: incalcolabili i morti, 35.000
minori in fuga, spesso senza i genitori mentre altri sono tra le 78.000 persone
non raggiungibili dai soccorritori.
Gli inviati dei
giornali costretti a stare lontano dai luoghi della distruzione e della morte. Viene a mancare un’informazione
irrinunciabile per tenere desta la coscienza di un’opinione pubblica
quotidianamente di fronte alla tragedia e alle sue conseguenze nel resto del
mondo.
Se le guerre non finiranno non si arresterà il fiume di quanti arrivano sulle
terre europee a documentare una disumanità che ha come attori principali i potenti
di Occidente e di Oriente.
Le piccole vittime, non riescono neppure più a raccontare, aspettano delle
risposte.
“C’è qualche governo
occidentale che ha il coraggio, politico e umano – scrive Domenico Quirico – di adottare
i bambini di Sanaa (Yemen)? Eppure sappiamo nomi e cognomi di chi li bombarda,
li affama, le testimonianze arrivano da testimoni imparziali e incontestabili.
Il crimine qui ha un volto e una storia. Invece andiamo umili in pellegrinaggio
dagli assassini, stringiamo loro le mani, compriamo il loro petrolio, siamo
alleati deferenti del loro Islam bigotto, ipocrita e feroce”.
A questo quadro si aggiunge quello del fiume dei migranti nelle cui onde ci
sono i bambini.
È così difficile comprendere quello che sta avvenendo?
C’è poi un altro
terrore che ghermisce i bambini. Lo si legge negli occhi sgranati per il terrore di quanti di loro vedono il
padre uccidere la madre, uccidere quindi se stesso oppure sparire in un carcere.
Si calcola che, dal 2000 a oggi, siano oltre 1.600 in Italia gli orfani di
femminicidio.
“Doppiamente orfani” questi bambini o ragazzi chiedono una risposta. Preoccuparsi
e occuparsi della risposta è secondario rispetto ad altri gravi problemi? Non occorre
anche un’iniziativa legislativa che impedisca un ulteriore tradimento di
persone la cui crescita è stata brutalmente interrotta?
In realtà esiste un proposta di legge per gli orfani di “crimini domestici” che, per quanto possibile, intende garantire la continuità affettiva di questi innocenti, prevede il diritto a un’adeguata assistenza psicologia e sanitaria nonché l’istituzione di un fondo di solidarietà per garantire loro lo studio e la formazione professionale. La proposta, in Commissione Affari Sociali della Camera, è in attesa di essere calendarizzata, In lista d’attesa ci sono altre proposte ma questa richiama gli occhi dei bambini sconvolti dall’atrocità compiuta in un luogo solitamente fatto di sicurezza e di tenerezza. La proposta dunque c’è e ai gruppi politici diversi da quello proponente non possono mancare le ragioni per convergere nel sostenerla perché venga approvata in tempi brevi. Questi bambini, come quelli di Aleppo e Sanaa, aspettano risposte, con gli occhi sgranati per il dolore.
Paolo Bustaffa per Agenzia SIR
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Cernusco sul Naviglio, 26 settembre 2016