SOSTARE È INDISPENSABILE

Così riusciamo a governare meglio la nostra vita. La sosta, però, bisogna saperla vivere. Per rigenerarsi è importante recuperare le relazioni e ricalibrare i propri tempi.


Foto archivio SIR – Riproduzione riservata

Viviamo in una società confusa e disordinata. Spesso addossiamo la colpa all’incapacità politica, all’inefficienza nel governo della cosa pubblica, alla cattiva amministrazione. Tuttavia l’origine del problema è strutturale. Abbiamo bisogno di scendere in profondità per comprenderne meglio le cause. Non è sufficiente attribuire la responsabilità ad altri, al contesto, alla struttura, quando si vive insieme agli altri. Questo lo dimentichiamo facilmente.

Un fattore che alimenta la società è l’accelerazione dei tempi che caratterizza il nostro stile di vita. Ci è chiesto e richiediamo a noi stessi e alle persone che ci sono accanto di essere sempre aggiornati con tutto quel che accade nel mondo, di essere sempre in tempo e sicuri nei compiti che abbiamo e che ci troviamo a lavoro, in famiglia, nello sport, anche in parrocchia. L’accelerazione richiede efficienza e salute, perché per essere veloci e andare al ritmo si deve star bene, così anche il look va curato. Questo stile di vita ci coinvolge in un vortice di impegni, che forma un traffico difficilmente governabile. Se fossimo sinceri con noi stessi potremmo ammettere che soccombiamo dopo poco. L’accelerazione ci porta a non valorizzare il percorso di un viaggio, ma ci chiede di essere attenti all’obbiettivo e poi a fagocitarlo rapidamente per correre verso l’obiettivo successivo. A volte trascuriamo anche chi ci cammina affianco e le persone che abbiamo intorno. In ossequio all’obiettivo, fosse anche il benessere della nostra famiglia, piuttosto che il miglioramento della carriera lavorativa, le persone sono messe da parte. Nutriamo con la nostra fretta la confusione e il disordine in cui ci perdiamo.

Quando riscopriamo l’importanza della sosta, del momento di pausa, sentiamo che fermarci ci aiuta non solo a riposare, ma – ci aiuta – a tornare a governare la nostra vita perché l’accelerazione imposta dallo stile di vita dominante, stressa il nostro psicofisico: spesso le paure, la rabbia, l’aggressività che incontriamo nel quotidiano dipendono dalla stanchezza e dall’insicurezza di fronte alla possibilità di non essere in grado di raggiungere quel “fantomatico” obiettivo. Permettersi di sostare contribuisce a ridurre il clima di conflittualità sociale latente che respiriamo, quando siamo in macchina per strada o quando siamo in fila alla posta.

La sosta, però, bisogna saperla vivere, perché bisogna sforzarsi di lasciare uno stile di vita. Per rigenerarsi è importante recuperare le relazioni e ricalibrare i propri tempi. In questo modo si può tornare a restituire senso a quello che facciamo, a comprendere quali siano gli obiettivi veri e quali i futili, quanto sia importante godere del percorso, delle persone che ci sono intorno piuttosto di concentrarsi solo sulla meta che a volte poi si rivela deludente.

Andrea Casavecchia per Agenzia SIR

Riproduzione riservata

Cernusco sul Naviglio, 5 settembre 2016