PROFUGHI, PRONTI ALL’ACCOGLIENZA ANCHE NELL’ALLOGGIO DELLA COMUNITÀ PASTORALE

A un anno dall’appello dell’arcivescovo il sistema di accoglienza può contare su 1861 posti tra quelli messi a disposizione nelle parrocchie, nelle strutture di proprietà della Curia, degli istituti religiosi, della Caritas Ambrosiana o delle cooperative sociali. Tra qualche settimana anche l’alloggio reso disponibile dalla nostra comunità pastorale dovrebbe ospitare alcuni profughi.

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«Una parrocchia su tre nella Diocesi di Milano sta ospitando profughi o si è detta disponibile a farlo. È quanto emerge dal censimento fra le parrocchie a un anno dal lancio del piano di accoglienza diffusa chiesto dall’arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola», come ha reso noto la Diocesi Ambrosiana con un articolo pubblicato sul suo sito web, nel quale poi aggiunge: «Dall’indagine condotta da Caritas Ambrosiana - che ha ricevuto dall’arcivescovo il compito di accompagnare le comunità ad affrontare la sfida - risulta in particolare che sono 117 le parrocchie (10% del totale) che hanno già messo a disposizione un appartamento di propria proprietà. Altre 213 hanno accolto favorevolmente la proposta e potranno essere dunque inserite nel programma nei prossimi mesi, una volta valutato lo stato degli immobili e gli oneri finanziari necessari per gli eventuali adeguamenti. Grazie a queste nuove disponibilità la capacità ricettiva del sistema di accoglienza gestito dalle realtà cattoliche in Diocesi sale così a 1861 posti, di cui 495 in parrocchia, gli altri in strutture di proprietà della Curia, degli istituti religiosi, della Caritas Ambrosiana o delle cooperative sociali.»

«Il lavoro finora svolto consente alla Diocesi di Milano – si legge su www.chiesadimilano.it - di disporre di un sistema di accoglienza capillare e modulare che permette di accompagnare gli ospiti verso la loro progressiva autonomia. Il sistema è articolato in centri di prima accoglienza di una capienza mai superiore al centinaio di posti e in una rete ampia di appartamenti, sparsi nel territorio, per l’accoglienza di piccoli gruppi (da due a quattro persone) o di famiglie. Negli appartamenti i richiedenti asilo trovano una dimensione di vita più normale e soprattutto il sostegno dei volontari e della loro rete di relazioni. In alcuni casi sono affiancati da famiglie tutor che li seguono nel loro cammino, mentre continuano a frequentare corsi di alfabetizzazione, di riqualificazione professionale e cominciano a inserirsi nel mondo del lavoro attraverso tirocini.»

La nostra città accoglie, dallo scorso ottobre, nell’ambito di un percorso condiviso tra Caritas cittadina, Cooperativa Farsi Prossimo della Caritas Ambrosiana e amministrazione comunale quattro rifugiati nigeriani. «Purtroppo i nostri quattro ospiti – ci ha detto Daniele Restelli, coordinatore della Caritas cittadina - vivono ancora una condizione incerta: a quasi un anno dal loro arrivo in Italia (sono sbarcati il 22 ottobre) non hanno ancora incontrato la commissione che dovrà valutare la loro richiesta di asilo. Dopo i primi mesi in cui hanno imparato ad orientarsi in questo che per loro è un nuovo mondo, l'attesa ha iniziato ad essere pesante Si sono dedicati allo studio della lingua italiana, con risultati variabili, che dipendono dalle capacità personali.» Questa prima esperienza – aggiunge Restelli - «ha dimostrato la complessità dell'accoglienza. Non si tratta solo di trovare un tetto e di recuperare generi di conforto, ma di accompagnare delle persone in un percorso difficile, dove le paure del passato si mischiano alle ansie per un futuro incerto. Ho incontrato quattro giovani che, senza alcun punto di riferimento certo, avevano bisogno di sapere che qualcuno aveva a cuore la loro esistenza.»

La Comunità pastorale cittadina un anno fa aveva comunicato di voler mettere a disposizione due alloggi per l’accoglienza, ma poi non se n’è saputo più nulla. Il coordinatore della Caritas cittadina ci spiega che «in un primo momento abbiamo voluto attendere che il progetto di accoglienza condiviso con il Comune fosse avviato, per evitare di trovarci nell'impossibilità di mantenere gli impegni presi con gli ospiti. Poi, superata questa fase e constatato che il primo progetto era ben avviato, la Prefettura non ha più aperto bandi per l'assegnazione di posti in accoglienza. Siamo quindi arrivati a questa estate quando, di fronte all'aumentare del flusso migratorio, sono stato chiamato dalla Caritas Ambrosiana per avviare l'iter di messa a disposizione di un secondo appartamento.»

Restelli precisa che uno dei due alloggi messi a disposizione dalla Comunità pastorale è «situato all'ultimo piano del Centro Cardinal Colombo. È stato risistemato durante il mese di agosto e non appena avremo il consenso della Curia sarà dato in comodato d'uso gratuito alla Cooperativa Farsi Prossimo e ospiterà 4 o 5 persone. Con il responsabile del servizio accoglienza della cooperativa, in luglio, era stata condivisa l’idea di ospitare una delle famiglie che loro stavano seguendo nei centri di accoglienza di Milano. Ma questa ipotesi è tramontata in quanto, durante l'estate, quasi tutti gli ospiti della cooperativa sono stati assegnati, dalla Prefettura, ad altre sedi e quindi si deve riprendere tutto da capo. Confidiamo però nel fatto che entro poche settimane arriveranno altri ospiti nella nostra comunità.»

Per completare l’arredamento dell’alloggio messo a disposizione dalla Comunità pastorale - fa presente Restelli - «ci manca una cucina, se qualcuno ne avesse a disposizione una in buono stato ci contatti, scrivendo a caritascernuscosn@gmail.com»

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Cernusco sul Naviglio, 19 settembre 2016