“SE L’ACCOGLIENZA È PROPOSTA BENE DIVIENE POSSIBILE E PRATICABILE”

Il cardinale Scola ha incontrato, lo scorso 30 agosto, i profughi ospiti della Parrocchia della Beata Vergine Assunta di Bruzzano, quartiere alla periferia nord di Milano, dove si è appena concluso il progetto di accoglienza estiva di un gruppo di profughi.


Migranti e rifugiati al confine tra Grecia e Macedonia (12 marzo 2016)
Foto AFP SIR – Riproduzione riservata

L’arcivescovo di Milano ha dialogato con i profughi e con i tanti volontari che si sono mobilitati da Bruzzano e da altre parrocchie e che in queste settimane hanno dato il loro prezioso e fondamentale apporto per accogliere oltre 100 persone al giorno. L’incontro è stato anche un momento di festa: sono stati serviti dolci e bevande tipiche dei Paesi di origine degli ospiti, principalmente Eritrea, Etiopia e Somalia. Il progetto è iniziato lo scorso 22 luglio e si è concluso venerdì 2 settembre, secondo lo spirito del piano di accoglienza diffusa sollecitato dal cardinale Scola. Nella parrocchia di Bruzzano, in particolare, l’accoglienza è avvenuta con la collaborazione della Casa della Carità.

“Ringrazio il Signore per il segno bello di questa comunità di donne e uomini di diverse etnie e Paesi di provenienza, che qui è accolta. Sono figli di Dio che hanno in comune l’esperienza dell’umanità: del nascere, crescere, imparare, stabilire relazioni, sperimentare i bisogni e la solidarietà dell’accoglienza nella prova”. È quanto affermato dal cardinale Scola incontrando un gruppo di profughi e di volontari presso la parrocchia di Bruzzano. “Il vostro essere qui è espressione di tempi difficili ma l’accoglienza che sperimentate fa vedere – ha affermato l’arcivescovo – che tutti siamo uomini e donne a immagine di Dio, anche se spesso a causa del male non sempre si dà testimonianza dell’amicizia e della solidarietà”. Scola ha aggiunto: “Porto una carezza particolare ai più piccoli che all’inizio della loro vita stanno sperimentando una prova così grande. La loro presenza invita a sperare e spalanca al futuro”. “Tutti insieme – profughi, parrocchia, volontari, Casa della carità – avete posto nel cuore di Milano un segno che brilla come una stella e non si spegnerà. E un bel segno anche quello di chi ha sacrificato le ferie per portare qui aiuto. È bello vedere come nel popolo ci sia questo moto di autentica compassione: se l’accoglienza è proposta bene come qui, diviene possibile e praticabile”.

“La cosa bella – ha detto don Paolo Selmi, parroco della Beata Vergine Assunta di Bruzzano – è stato il coinvolgimento di tante persone arrivate anche da altre parrocchie: dalla Bicocca ad Affori fino a Nova Milanese. Le accoglienze degli anni scorsi ci hanno ‘allenato’, ma ogni volta accompagnare queste persone per un pezzo del loro percorso è un’esperienza nuova, che fa più bene a noi che a loro”.

“Quello che abbiamo dato è stato infinitamente meno di quello che abbiamo ricevuto. Come cristiani e come cittadini – ha spiegato don Virginio Colmegna, presidente della Casa della carità di Milano, che ha coordinato l’accoglienza - sentiamo che l’accoglienza di queste persone ci ha lasciato degli interrogativi profondi e ci impegneremo affinché questa esperienza non finisca con il termine del progetto, ma diventi un impegno di responsabilità per costruire nuovi percorsi di cittadinanza”.

Cernusco sul Naviglio, 5 settembre 2016