“NON CI SIANO PIÙ LE TRENTA MONETE PER UCCIDERE IL FRATELLO”

“Facciamo vedere che è bello vivere insieme come fratelli, con culture, tradizioni e religioni differenti. Ma siamo tutti fratelli e questo ha un nome: pace e amore”: così Papa Francesco, alla conclusione della Messa in Coena Domini, celebrata lo scorso giovedì santo, 24 marzo, al Cara di Castelnuovo di Porto nei pressi di Roma.

“I gesti parlano più delle immagini e delle parole”. Prima di lavare i piedi a 12 ospiti del “Cara” di Castelnuovo di Porto, il Papa ha cominciato così l’omelia della Messa, che ha avuto come tema la contrapposizione tra “due gesti”: quelli del servizio e della fratellanza e quelli dei trafficanti di morte, che hanno causato i tragici attentati dello scorso 22 marzo a Bruxelles. Nella parola di Dio letta durante la celebrazione, ha detto il Papa, ci sono due gesti: “Gesù che serve, che lava i piedi, Lui che era il capo lava i piedi ai suoi, ai più piccoli”. Il secondo gesto: “Giuda che va dai nemici di Gesù, da quelli che non vogliono la pace con Gesù, a prendere il denaro col quale lo ha tradito, le trenta monete”. “Anche oggi qui ci sono due gesti”, ha attualizzato il Papa: “Questo, tutti noi, insieme – musulmani, indi, cattolici, copti, evangelici ma fratelli, figli dello stesso Dio – che vogliamo vivere in pace, integrati. Un gesto”. “Tre giorni fa”, invece, “un gesto di guerra, di distruzione, in una città dell’Europa: di gente che non vuole vivere in pace”.


Messa del Crisma con Papa Francesco, 24 marzo 2016, Basilica di San Pietro (Foto: SIR - Riproduzione riservata)

“Dietro al gesto di Giuda – ha proseguito Papa Francesco - c’erano quelli che hanno dato il denaro perché Gesù fosse consegnato. Dietro quel gesto ci sono i trafficanti delle armi che vogliono il sangue, non la pace, che vogliono la guerra, non la fratellanza”. “Due gesti”, ha rimarcato ancora Francesco: “Gesù che lava i piedi, Giuda che vende Gesù per denaro. Noi, tutti insieme, diversi come persone, come culture, ma figli dello stesso Padre, fratelli. E là, poveretti, quelli che comprano le armi per distruggere la fratellanza”.

“Quando io farò lo stesso gesto di Gesù di lavare i piedi a voi dodici, tutti noi stiamo facendo il gesto della fratellanza, e tutti noi diciamo: siamo diversi, siamo differenti, abbiamo differenti culture e religioni ma siamo fratelli e vogliamo vivere in pace, e questo è il gesto che io faccio con voi”. “Ognuno di noi ha una storia addosso – ha proseguito Francesco -: tante croci, tanti dolori, ma anche ha un cuore aperto che vuole la fratellanza”. “Ognuno nella sua lingua religiosa preghi il Signore perché questa fratellanza si contagi nel mondo, perché non ci siano le trenta monete per uccidere il fratello, perché sempre ci sia la fratellanza e la bontà”, è stata la consegna del Papa lasciata ai presenti.

Cernusco sul Naviglio, 29 marzo 2016