LA PIAGA DEL BULLISMO
I più vessati sono i preadolescenti (il 22,5% dei ragazzi tra gli 11-13 anni). Per i ragazzi e le ragazze il modo migliore per affrontare il problema è non rimanere isolati, ma cercare l’aiuto dei genitori
Vivere in una gabbia invisibile, da cui non si riesce a fuggire,
dove alcuni magari un po’ più grandi, forse un po’ più grossi o apparentemente
più sicuri, ti prendono di mira per trovare conferme della loro forza da
dimostrare a se stessi o ai loro amici. Ci si sente inermi, impotenti,
vulnerabili.
Questa è una delle possibili condizioni che possono sperimentare i ragazzini e
le ragazzine minacciati dai bulli, incontrati a scuola, nel giardinetto sotto
casa, nella palestra dove si vorrebbe praticare sport e divertirsi.
Affrontare la
situazione non è facile per un adolescente. Quando ci si vuole inserire nel mondo
dei pari, quando si inizia a testare la propria indipendenza e autonomia,
diventa molto difficile uscire dall’angolo in cui qualcuno ti ha incastrato. Ci
vuole molta forza interiore. Il bullismo purtroppo è un fenomeno assai
radicato: un rapporto dell’Istat osserva che quasi il 50% dei ragazzi tra gli
11 e i 17 anni ha subito episodi offensivi, non rispettosi e/o violenti, tra
questi il 19,8% è una vittima assidua, cioè più volte al mese, e un altro 9,1%
subisce atti di prepotenza settimanalmente.
I più vessati sono i preadolescenti, il 22,5% dei ragazzi tra gli 11-13 anni
contro il 17,9% degli adolescenti, e le femmine, il 20,9% delle ragazze contro
il 18,8% dei loro coetanei.
Foto:
archivio SIR
All’interno di questo
contesto si colloca la nuova frontiera: il cyberbullismo, un comportamento
più circoscritto degli altri, che tocca il 5,9% dei ragazzi una o più volte al
mese e il 16,4% qualche volta all’anno. Purtroppo le minacce o le violenze
veicolate tramite il web o il telefonino cellulare spesso si aggiungono alle
altre, nell’88% dei casi, dimostrando che il bullismo può diventare molto più
pervasivo che in passato e può raggiungere le sue vittime là dove prima
sarebbero state lasciate tranquille. Quando la cronaca segnala delle tragedie
dovrebbe anche evidenziare che il cyberbullismo è una dimensione di un fenomeno
più ampio, non è l’unico problema.
Per i ragazzi e le ragazze il modo migliore per affrontare il problema è non rimanere isolati, ma cercare l’aiuto dei genitori, per il 65%, degli amici, per il 42,8%, degli insegnanti, per il 41%, dei fratelli, per il 30%. Superare gli atti di bullismo in fondo significa, da quel che appare dai dati, evitare di chiudersi nella solitudine e cercare sostegno e consiglio al mondo degli adulti o ai coetanei più vicini. Per sconfiggere il fenomeno invece servirebbe una capacità culturale più ampia della società per trasmettere il rispetto dell’altro. (Andrea Casavecchia, per Agenzia SIR)
Cernusco sul Naviglio, 29 febbraio 2016