IL DECLINO DELLE DISCOTECHE

Discoteche in declino in Europa. è quanto emerge da una ricerca pubblicata da The Economist secondo cui i "millennials", cioè i giovani nati tra il 1977 e il 1994, preferiscono andare altrove.

La discoteca è passata di moda. È meglio il divano dell’amico piuttosto che il privé, la musica si ascolta meglio su Spotify che in pista e il drink è più buono bevuto in un lounge bar che schiacciati contro il bancone. In Europa, ma non solo, le discoteche stanno chiudendo i battenti e il declino non accenna a fermarsi. In Italia i primi dati negativi, riportati da “The Economist” si riscontrano dal 2006, quando le discoteche risultano già dimezzate rispetto a dieci anni prima: da 5000 locali a 2500. Nel 2011 si è registrato un calo del 20% degli ingressi solo nel periodo estivo; il giro d’affari si è ridotto notevolmente, passando da 975 milioni di euro del 2007 agli 860 del 2012.

Di chi è la colpa? Dei millennials, o “generazione y”, termini creati ad hoc per indicare i figli della “generazione x” ovvero quella dei nati tra il 1960 e il 1980. Come riporta il sito “Insider”, per l’istituto di ricerca Gfk i “millennials” possono essere categorizzati in tutti gli individui nati tra il 1977 e il 1994. Sono molto diversi dai loro genitori: sono cresciuti immersi nella tecnologia, sono diventati adulti armati di smartphone, ossessionati dai social media e preferiscono spendere i loro guadagni in esperienze di valore piuttosto che in cose materiali. Un identikit che farebbe pensare alla “millennial generation” come la perfetta protagonista di una serata in discoteca.

Perché questa crisi? La risposta è molto semplice: i millennials “cercano la condivisione tecnologica, sono fruitori attivi”, spiega Alessandro Rosina, docente di demografia nella Facoltà di Economia dell’Università Cattolica di Milano e direttore del Dipartimento di Scienze statistiche. “È nel vedere un film in sala con gli amici o nel partecipare ad un concerto e vivere il protagonismo del cantante che la millennial generation trova soddisfazione”. Rosina sintetizza il comportamento dei millennials in quelle che lui definisce le “quattro c”: la “generazione y” è sempre “connessa” (“connected”); è sicura di sé nonostante le incertezze che si trova ad affrontare (“confidence”); è incline al “cambiamento” e trova fondamentale la “condivisione”.


I giovani sembrano preferire la televisione alla discoteca (foto archivio SIR)

Se la “millennial generation” non va in discoteca, dove va? Pratica sport, si “abbuffa” di serie televisive, beve alcolici a casa di amici o in locali alla moda, legge, guarda film e va ai concerti, partecipa ai festival e si diverte agli happy hour. Discoteche? Neanche l’ombra. Ma hanno ancora una speranza di un futuro nella vita dei millennials? Le speranze dei proprietari di discoteche non si spengono, ma la soluzione è molto chiara: serve una novità. Ed ecco che iniziano a spuntare musei con annessi bistrot, locali alla moda aperti in ex magazzini o fabbriche in disuso, osterie con vista, locali a tema e silent disco. Si apprezza la musica live e lo slow food, il riciclo e l’originalità. La sopravvivenza dei locali notturni sta nello spirito d’adattamento e la linea vincente sembra già tracciata. (Viola Barbisotti e Davide Capano, per Agenzia SIR, 28 gennaio 2016)

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Cernusco sul Naviglio, 1 febbraio 2016