MEDITARE IL VANGELO E IL SACRAMENTO DELLA RICONCILIAZIONE PER VIVERE AL MEGLIO L’ATTESA

Nella VI domenica dell’Avvento ambrosiano, in Duomo, l’Arcivescovo ha presieduto la Celebrazione eucaristica nella Solennità della Divina Maternità della Beata Vergine Maria. «Nell’adempimento della sua vocazione, dobbiamo riconoscere che anche il nostro compimento»

Il compimento della vocazione di Maria e il compimento che riguarda tutti noi, uomini e donne avvolti dalla gloria di Dio. Nella VI e ultima domenica dell’Avvento ambrosiano, si celebra, con la Messa presieduta dall’Arcivescovo in Duomo, la Solennità della Divina Maternità della Beata Vergine Maria. E, così, l’omelia, a partire dal Vangelo di Luca con l’annuncio dell’Angelo, si fa riflessione sul senso del compimento della vita, delle domande, di ciò che si ha nel cuore.

Il percorso, suggerito dal vescovo Mario, va dal turbamento, che sempre accompagna un annuncio grande, al “non temere”, fino, appunto, al compimento delle scelte che si possono fare e delle vocazioni che si possono vivere. «Maria fu molto turbata. Il suo turbamento non è per l’irrompere, come fosse un disturbo alla sua vita ordinaria o un’invadenza nella sua libertà; non è quel genere di turbamento che può immaginarsi il fantasticare, un poco arbitrario, dei moderni. Il turbamento di Maria è per un saluto troppo solenne, per una parola troppo importante per essere rivolta a una ragazza così ordinaria di un villaggio così ordinario, un annuncio troppo evidentemente riferito al compiersi delle promesse di Dio e ai tempi messianici. Insomma, un annuncio che è troppo grande per una persona troppo piccola».

Ma, insieme, arriva anche la promessa dell’accompagnamento. Come a dire, «il cammino non è per eroi solitari inviati per missioni impossibili, ma è la docilità allo Spirito che abilita a compiere le opere di Dio».

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Cernusco sul Naviglio, 24 dicembre 2018