“STARE SVEGLI E PREGARE”

“Il sonno interiore – ha detto Papa Francesco all’Angelus di domenica 2 dicembre - nasce dal girare sempre attorno a noi stessi e dal restare bloccati nel chiuso della propria vita coi suoi problemi, le sue gioie e i suoi dolori, ma sempre girare intorno a noi stessi.”

Foto d’archivio, da www.agensir.it

“Pregare, attendere Gesù, aprirsi agli altri, essere svegli, non chiusi in noi stessi”. Ma “se noi pensiamo al Natale in un clima di consumismo, di vedere cosa posso comprare per fare questo e quest’altro, di festa mondana, Gesù passerà e non lo troveremo”: è quanto ha detto Papa Francesco durante l’Angelus di domenica 2 dicembre.

“Stare svegli e pregare: ecco come vivere questo tempo da oggi fino a Natale”, il consiglio del Papa, che ha spiegato che “il sonno interiore nasce dal girare sempre attorno a noi stessi e dal restare bloccati nel chiuso della propria vita coi suoi problemi, le sue gioie e i suoi dolori, ma sempre girare intorno a noi stessi. E questo stanca, questo annoia, questo chiude alla speranza. Si trova qui la radice del torpore e della pigrizia di cui parla il Vangelo”.

“L’Avvento ci invita a un impegno di vigilanza guardando fuori da noi stessi, allargando la mente e il cuore per aprirci alle necessità della gente, dei fratelli, e al desiderio di un mondo nuovo”, ha affermato Francesco: “È il desiderio di tanti popoli martoriati dalla fame, dall’ingiustizia, dalla guerra; è il desiderio dei poveri, dei deboli, degli abbandonati. Questo tempo è opportuno per aprire il nostro cuore, per farci domande concrete su come e per chi spendiamo la nostra vita”.

Il Papa ha sottolineato l’importanza della preghiera per “vivere bene il tempo dell’attesa del Signore”: “Noi attendiamo Gesù e lo vogliamo attendere nella preghiera, che è strettamente legata alla vigilanza. Ma qual è l’orizzonte della nostra attesa orante? Ce lo indicano nella Bibbia soprattutto le voci dei profeti. Oggi è quella di Geremia, che parla al popolo duramente provato dall’esilio e che rischia di smarrire la propria identità. Anche noi cristiani, che pure siamo popolo di Dio, rischiamo di mondanizzarci e di perdere la nostra identità, anzi, di ‘paganizzare’ lo stile cristiano. Perciò abbiamo bisogno della Parola di Dio”.

Riflettendo – L’Avvento è il tempo di attesa del Natale, giorno della nascita di Gesù. Egli ci dona la sua vita per amarci gli uni gli altri come Lui ci ama. Se viviamo chiusi in noi stessi, diventiamo tristi, depressi, annoiati, rassegnati, oppressi dalla morte interiore e dall'infelicità, e viviamo lontani dal Signore. Quando invece siamo gioiosi e in pace con noi stessi, siamo felici. (Fabio F.)

Per il video / testo completo dell’Angelus di Papa Francesco di domenica 2 dicembre 2018, cliccare qui

Cernusco sul Naviglio, 3 dicembre 2018