«EVITARE IL RISCHIO DI COMUNITÀ ‘STAZIONI DI SERVIZIO’»

“Evitare il rischio di essere comunità che vivono di molte iniziative ma di poche relazioni; il rischio di comunità ‘stazioni di servizio’ ma di poca compagnia, nel senso pieno e cristiano di questo termine”.

Foto d’archivio da www.agensir.it

“Pre-selezionare il mio prossimo: questo non è cristiano”. È il monito lanciato dal Papa, durante l’Angelus di domenica 4 novembre. “Io penso che il mio prossimo sia quello che io ho preselezionato: no, questo non è cristiano, è pagano”, ha aggiunto, spiegando che invece “si tratta di avere occhi per vederlo e cuore per volere il suo bene”.

“Se ci esercitiamo a vedere con lo sguardo di Gesù, ci porremo sempre in ascolto e accanto a chi ha bisogno”, ha spiegato Francesco a proposito del “comandamento dell’amore”, che è “amore di Dio e amore del prossimo”. “I bisogni del prossimo richiedono certamente risposte efficaci, ma prima ancora domandano condivisione”, ha ammonito il Papa: “Con un’immagine possiamo dire che l’affamato ha bisogno non solo di un piatto di minestra, ma anche di un sorriso, di essere ascoltato e anche di una preghiera, magari fatta insieme”.

Il Vangelo di domenica 4 novembre (secondo il rito romano, Marco 12,28-34) “invita tutti noi ad essere proiettati non solo verso le urgenze dei fratelli più poveri, ma soprattutto ad essere attenti alla loro necessità di vicinanza fraterna, di senso della vita, di tenerezza”, ha spiegato Francesco: “Questo interpella le nostre comunità cristiane: si tratta di evitare il rischio di essere comunità che vivono di molte iniziative ma di poche relazioni; il rischio di comunità ‘stazioni di servizio’ ma di poca compagnia, nel senso pieno e cristiano di questo termine”. “Sarebbe illusorio pretendere di amare il prossimo senza amare Dio; e sarebbe altrettanto illusorio pretendere di amare Dio senza amare il prossimo”, ha osservato il Papa, facendo notare che “le due dimensioni dell’amore, per Dio e per il prossimo, nella loro unità caratterizzano il discepolo di Cristo”.

“L’amore per Dio e l’amore per il prossimo sono inseparabili, anzi, di più, si sostengono l’un l’altro”, ha proseguito Francesco: “Pur se posti in sequenza, essi sono le due facce di un’unica medaglia: vissuti insieme sono la vera forza del credente! Amare Dio è vivere di Lui e per Lui, per quello che Lui è e per quello che Lui fa. E il nostro Dio è donazione senza riserve, è perdono senza limiti, è relazione che promuove e fa crescere”. “Amare Dio vuol dire investire ogni giorno le proprie energie per essere suoi collaboratori nel servire senza riserve il nostro prossimo, nel cercare di perdonare senza limiti e nel coltivare relazioni di comunione e di fraternità”, ha concluso il Papa: “Il prossimo è la persona che io incontro nel cammino, nelle mie giornate”.

Riflettendo - Quando accogliamo una persona che ci chiede aiuto dobbiamo ascoltarla, aiutarla, sostenerla con attenzione e gioia, gratuitamente, senza chiedere niente in cambio. Dobbiamo amarla profondamente come ci chiede Gesù: ‘ama il prossimo tuo come te stesso’. Solo così viviamo la Parola concretamente. (Fabio F.)

Per il video / testo completo dell’Angelus di Papa Francesco di domenica 4 novembre 2018, cliccare qui

Cernusco sul Naviglio, 5 novembre 2018