GRAZIE DON DAVID, “BUON ASINELLO” CHE PORTA GESÙ DOVE “NE HA BISOGNO”

«Cari amici non vi nascondo che mi sento un po’ asino, ultimamente – era l’ammissione di don David al suo arrivo a Cernusco, a settembre del 2013 - : preso alla sprovvista mentre pascolavo altrove perché “il Si­gnore ne ha bisogno” … E allora mi lascio portare da Lui, per portarlo dove Egli vuole”. La Comunità pastorale saluterà e ringrazierà don David, nominato cappellano del carcere di Busto Arsizio, domenica 25 novembre.

Cinque anni fa, al suo arrivo in mezzo a noi, don David ci confidava che, durante l’ultima sua gita in campeggio con i ragazzi dell’Oratorio di Lainate, gli «comparve dietro una curva un asinello, meglio erano in due “parcheggiati” ad alta quota, che si facevano compa­gnia, beandosi di tanta pace e brucan­do tranquilli. Un flash mi si è acceso: ma chissà quel povero asinello, quel “puledro figlio d’asina” cosa stava com­binando prima che Gesù lo mandasse a prendere per varcare trionfalmente le porte di Gerusalemme. E Gesù sape­va bene che c’era, dov’era, cosa stava facendo, e che qualcuno avrebbe forse avuto da ridire, ma nessuno si sarebbe opposto se si trattava del Signore, se fosse stato il Signore ad averne biso­gno. E ne aveva bisogno per entrare in città, per farsi portare dentro le mura della città amata.»

«Cari amici non vi nascondo che mi sento un po’ asino, ultimamente – era l’ammissione di don David - : preso alla sprovvista mentre pascolavo altrove perché “il Si­gnore ne ha bisogno” per continuare a entrare nelle mura dei tanti giovani, ragazzi e bambini di Cernusco! E allora mi lascio portare da Lui, per portarlo dove Egli vuole: “Così vai e non sai bene se sia Egli che ti porta o tu che porti Lui” (“Cristo con gli alpini”, Bea­to Carlo Gnocchi, assistente del nostro oratorio maschile dal 1925 al 1926 )

«Non posso negare – proseguiva don David - che questo suo vo­lere me, mi onora sempre: che Grazia potergli fare da cavalcatura e assistere in prima linea al suo sgre­tolare le mura di difesa di tanti per conquistarne il cuore e piantarvi la ban­diera del Vangelo, la cro­ce del suo amore.»

«lo da buon asinello – la promessa di don David ai Cernuschesi, nel settembre 2013 - cerche­rò davvero di portare Gesù, non me, il mio stile, le mie idee: tutto ciò che in me e in te c’è di buono viene da Lui e soprattutto è per Lui, per la sua gloria. Vi prometto e vi chiedo tanta preghiera, perché lasciar passare Gesù e non se stessi vuol dire... diventare santi!»

Rileggere queste parole di don David - a distanza di cinque anni dal suo arrivo a Cernusco e nell’imminenza della sua partenza per il nuovo incarico pastorale affidatogli - ci aiutano a comprendere il momento di passaggio che stiamo vivendo, a esprimere con gioia il nostro grazie al Signore e a don David per il cammino percorso insieme e ad accompagnare il nostro amato vicario parrocchiale e responsabile degli oratori cittadini nel suo nuovo ministero.

La Comunità pastorale, in particolare l’Unità pastorale giovanile, saluterà e ringrazierà don David domenica 25 novembre, alle Messa delle ore 11 in chiesa prepositurale. Poi ci sarà la possibilità di pranzare insieme in Oratorio e di trascorrere con lui anche il pomeriggio.

Il Papa, lo scorso 23 ottobre, rivolgendosi ai cappellani delle carceri ha riconosciuto che il loro “ministero non è facile". Un compito, ne siamo sicuri, che non spaventa certamente don David, amante delle sfide difficili e quasi impossibili. "Anche Dio è un carcerato, non rimane fuori dalla cella", ha poi aggiunto Papa Francesco: "È dentro con loro, anche lui è un carcerato, dei nostri egoismi, dei nostri sistemi, delle tante ingiustizie" che a volte "è facile" applicare, "per punire i più deboli, mentre i pesci grossi nuotano liberamente nelle acque". Per il Santo Padre: "Nessuna cella è così isolata da escludere il Signore, il suo amore paterno e materno arriva dappertutto". E don David, nel suo nuovo impegno pastorale, come cappellano del carcere di Busto Arsizio, sarà chiamato proprio a rendere visibile, concreto, prossimo questo amore.

Che qualità deve avere un buon cappellano delle carceri? È la domanda posta da Famiglia cristiana (n° 42, 21 ottobre 2018) a don Raffaele Grimaldi, ispettore generale dei cappellani degli istituti penitenziari italiani. Ecco la sua risposta: “Una persona di grande umanità e ricca di Dio, di solito non è alle prime armi, perché, nelle periferie esistenziali, servono maturità ed equilibrio.» È quindi spiegato perché il nostro arcivescovo ha scelto don David, ma anche perché noi dobbiamo essere orgogliosi e generosi nell’accompagnarlo. Grazie don David, “buon asinello” pronto ad andare la dove “il Signore ne ha bisogno”.

Carlo G.

Cernusco sul Naviglio, 21 novembre 2018