Giovedì 28 Marzo

CERNUSCO E GLI ANNI DELLA GUERRA

Con la dichiarazione di guerra, centinaia di giovani cernuschesi partirono per il fronte. Furono, nella grande maggioranza, contadini e vennero arruolati nella Fanteria. Nel corso del 1917, la vita del paese è segnata dai lutti e dai sacrifici causati dalla guerra. “Nelle terribili giornate di Caporetto i giovani furono animati alla preghiera e alla speranza. Il Prevosto illustrava l’eroismo dei nostri soldati e difendeva pure le giustezze delle viste del Pontefice Benedetto XV.”

Nel 1928 all’oratorio di via Briantea (abbattuto nel 2005) fu posta una lapide a ricordo dei caduti cernuschesi nella Prima guerra mondiale
In pagina iniziale: Oratorio femminile: Comitato “pro lana” durante la Prima guerra mondiale

Come furono vissuti nella nostra Cernusco gli anni della prima guerra mondiale (1915/18)? Ripercorriamo, in modo molto sintetico, quel periodo attingendo alle notizie e memorie riportate in alcune pubblicazioni parrocchiali e su Voce Amica.

Con la dichiarazione di guerra dell’Italia all’Austria-Ungheria, centinaia di giovani cernuschesi partono per il fronte. Sono, nella grande maggioranza, contadini e vengono quindi arruolati nella Fanteria, il corpo che dà il più alto tributo di vittime. Nando Balconi, uno dei pochi giovani rimasti in paese, scrive: “I giovani partono consapevoli del proprio dovere di cittadini e di cattolici, fedeli al loro programma che si riassume nel trinomio: Dio, Famiglia, Patria. L’Unione dei Giovani Cattolici dà così alla patria le sue energie migliori, cuori saldi, temprati nel crogiuolo dell’educazione cristiana. Siamo rimasti con qualche vecchio socio, quattro ragazzi. Non abbiamo più neanche l’assistente ecclesiastico, anche lui chiamato alle armi.” I giovani si organizzano per dare assistenza a chi è in guerra costituendo un apposito Comitato, che trova subito l’appoggio dei più volonterosi.

Nel 1916, l’amministrazione comunale riconosce ufficialmente, rendendolo utile per tutto il paese, un ufficio per informazioni militari (corrispondenza, spedizione pacchi, …) impiantato dall’Unione Giovani Cattolici (UGC). Al finanziamento di questo ufficio contribuiscono non poco gli incassi della sezione “Filodrammatica”, che negli ultimi due anni ha molto lavorato, grazie all’impegno di alcuni soci studenti, appassionati di teatro che si esibiscono molto bene sul palcoscenico.

Alla domenica sera uno dei giovani rimasti fa la relazione degli avvenimenti bellici e in Oratorio si accolgono i soci dell’UGC che ritornano in licenza e coi quali si mantiene la corrispondenza.

La presenza del cardinal Andrea Ferrari, per la quarta volta in visita pastorale, nell’ottobre 1916, è “quanto mai provvidenziale a confortare, ad asciugare lacrime, ad infondere speranza a incitare alle preghiere e al sacrificio.”

Nel corso del 1917, la vita del paese è segnata dai lutti e dai sacrifici causati dalla guerra. “Nelle terribili giornate di Caporetto - scrive monsignor Luigi Ghezzi - i giovani furono animati alla preghiera e alla speranza mediante adunanze speciali, che il Prevosto stesso presiedeva, come lui ancora ogni settimana (vecchia stoffa di patriota) illustrava l’eroismo dei nostri soldati sui diversi punti dello scacchiere della guerra. Difendeva pure le giustezze delle viste del Pontefice Benedetto XV, che erano tutt’altro che contrarie alle giuste aspirazioni dell’Italia… Oggi (lo scritto citato è del 1933) tutti indistintamente dicono il Papa veramente ispirato dall’alto a condannare la guerra fratricida ... Specialmente la Nota Pontificia dell’agosto 1917 (che definiva la guerra una “inutile strage”) fu tema di diverse conferenze, che anche oggi (1933) sarebbero di attualità, giacché i problemi della pace ancora preoccupano le nazioni e tutti invocano i famosi punti della storica Nota Pontificia.”

Il Circolo della cultura – siamo ancora nel 1917 - che svolge la sua attività nell’Oratorio femminile, pensa di alternare le conferenze col lavoro di maglia per i soldati, che indubbiamente hanno come più tremendo e temuto nemico, nell’aspra guerra, il terribile freddo. Nel pomeriggio della domenica l’Oratorio femminile diventa così un piccolo laboratorio per i nostri poveri e cari soldati. I dati, le cifre che rilevo dai verbali di quegli anni - scrive Luigia Giuseppina Brugola dell’Unione Donne di Azione Cattolica - hanno un’eloquenza più persuasiva di tutte le parole e una poesia tutta propria. Furono raccolte lire 5.646,80; furono acquistati kg. 217 di lana e metri 800 di tela; furono confezionati e spediti 320 pacchi. Anima sostenitrice di tutta la multiforme attività fu la Presidente (contessina Valentina Visconti)

La fine della guerra è annunciata il 4 novembre 1918 dal suono delle campane, per un giorno e una notte intera. Anni di guerra, di prove e dolori grandi: la popolazione però si mantiene sempre calma e serena. Purtroppo il conflitto ha fatto stragi di vite umane: ben un centinaio di nostri soldati sono caduti sul campo dell’onore o dispersi nelle terribili vicende belliche. Ridottosi anche il clero di numero, perché alcuni sono stati richiamati sotto le armi, la vita religiosa della parrocchia è tuttavia tenuta viva, e pure le associazioni cattoliche continuano nella loro attività, a favore specialmente dei bisognosi delle famiglie dei richiamati sotto le armi e degli orfani di guerra. Al flagello della guerra si unisce anche quello del morbo, detto “la spagnola”, che ha fatto moltissime vittime.

“Cessata l’opera di assistenza materiale, incomincia quella morale. Quanti dolori da consolare! Quante lacrime da tergere! Quante donne mutilate nel cuore! Quanta miseria! Alle pure sorgenti della nostra fede, attingemmo nuova forza e nuovo coraggio.”

A maggio del 1919 i giovani dell’Unione Giovani Cattolici sono ormai quasi tutti tornati dal fronte e ringraziano, i pochi rimasti a casa, per l’assidua corrispondenza intercorsa con loro. Il ritorno è celebrato, a ottobre, con una funzione al Santuario di Santa Maria e poi a sera con un banchetto sociale.

Ai nostri giorni, commemorare la fine della Prima guerra mondiale non può limitarsi a un dovuto omaggio a tanti uomini e donne che caddero vittime di un’inaudita violenza, ma offre l’occasione di riflettere sul dono meraviglioso della pace, un bene che si apprezza quando viene a mancare. “Mai più la guerra, mai più contro gli altri, mai più senza gli altri”: ripetiamo ancora oggi quelle profetiche parole di Benedetto XV.

Per le celebrazioni del 4 novembre nella nostra città, cliccare qui

Cernusco sul Naviglio, 1 novembre 2018