POCA SICUREZZA? TROPPI ITALIANI COL GRILLETTO FACILE

Un pensionato di Vaprio d’Adda, che viveva nel terrore di una possibile rapina, nella notte tra il 19 e il 20 ottobre scorso, ha ucciso un giovane albanese introdottosi nella sua proprietà.

«È scritto “legittima difesa” ma si legge “omicidio volontario”. L’ultimo a sparare, in ordine di tempo – scrive nel suo editoriale dello scorso mercoledì 21 ottobre, l’Agenzia SIR (Servizio Informazione Religiosa promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana), che condividiamo e riportiamo integralmente - è stato il proprietario di una villetta a Vaprio D’Adda. L’uomo, che adesso è indagato per aver provocato volontariamente la morte del ladro colpito al petto da un colpo di pistola, è un pensionato che ha subito almeno tre furti in casa negli ultimi mesi. Ieri sera (martedì 20 ottobre, ndr) una fiaccolata di simpatizzanti si è riunita sotto il balcone in segno di solidarietà.»

«La triste conta, che non conosce differenze territoriali tra il nord e il sud del Paese, pone con sempre maggiore urgenza la necessità di una riflessione sul grado di sicurezza avvertito dagli italiani. Perché se è vero che il numero delle armi in circolazione è pressoché costante negli anni, non si può dire altrettanto delle persone disposte a sparare per difendere l’incolumità dei familiari o la proprietà privata. Talvolta anche travalicando i limiti posti dal principio della legittima difesa, che nel nostro ordinamento rende non punibile chi abbia commesso un fatto perché è stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio o altrui contro un pericolo attuale di un’offesa ingiusta. I casi recenti di cronaca, infatti, annoverano una serie di indagati per eccesso colposo di legittima difesa, ovvero una risposta difensiva sproporzionata rispetto all’aggressione.»

«Quale sia il limite tra giustezza ed eccesso, in condizioni spesso concitate e con attori non avvezzi all’uso delle armi, è compito difficile da stabilire anche per i magistrati. Al di là della strumentalizzazione politica, resta aperta la questione della percezione di un’incertezza che in tante zone del Paese, dove i controlli delle Forze dell’ordine sono scarsi e la paura di essere in balia dei malviventi è alta, dà la stura a reazioni istintive per tutelare beni e affetti. Soprattutto quando è diffusa la convinzione che le pene non siano certe per chi attenta alla sicurezza personale.»

«È lo Stato a dover difendere i cittadini, questo è chiaro. Ma il disagio di un numero sempre crescente di italiani merita una risposta pubblica.»

Cernusco sul Naviglio, 26 ottobre 2015