“TUTTI NOI SIAMO CHIAMATI AD ESSERE SANTI”

L’invito di Papa Francesco è a “rimanere con il Signore per trovare il coraggio di uscire da noi stessi, dalle nostre comodità, dai nostri spazi ristretti e protetti, per inoltrarci nel mare aperto delle necessità degli altri e dare ampio respiro alla nostra testimonianza cristiana nel mondo”

 

Foto d’archivio, da www.agensir.it

“Ogni attività – il lavoro e il riposo, la vita familiare e sociale, l’esercizio delle responsabilità politiche, culturali ed economiche – ogni attività, sia piccola sia grande, se vissuta in unione con Gesù e con atteggiamento di amore e di servizio, è occasione per vivere in pienezza il Battesimo e la santità evangelica”. Ne è convinto il Papa, che durante il Regina Coeli di domenica 29 aprile ha spiegato che “quando si è intimi con il Signore, come sono intimi e uniti tra loro la vite e i tralci, si è capaci di portare frutti di vita nuova, di misericordia, di giustizia e di pace, derivanti dalla Risurrezione del Signore. È quanto hanno fatto i santi, coloro che hanno vissuto in pienezza la vita cristiana e la testimonianza della carità, perché sono stati veri tralci della vite del Signore”.

“Ma per essere santi – ha ribadito Francesco sulla scorta della sua ultima esortazione apostolica – non è necessario essere vescovi, sacerdoti, religiose o religiosi. Tutti noi, tutti, siamo chiamati ad essere santi vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno, lì dove si trova. Tutti noi siamo chiamati ad essere santi; dobbiamo essere santi con questa ricchezza che noi riceviamo dal Signore risorto”. “Rimanere con il Signore per trovare il coraggio di uscire da noi stessi, dalle nostre comodità, dai nostri spazi ristretti e protetti, per inoltrarci nel mare aperto delle necessità degli altri e dare ampio respiro alla nostra testimonianza cristiana nel mondo”, l’invito del Papa, secondo il quale “questo coraggio di uscire da sé e inoltrarci nelle necessità degli altri nasce dalla fede nel Signore Risorto e dalla certezza che il suo Spirito accompagna la nostra storia”.

Per Francesco, infatti, “uno dei frutti più maturi che scaturisce dalla comunione con Cristo è l’impegno di carità verso il prossimo, amando i fratelli con abnegazione di sé, fino alle ultime conseguenze, come Gesù ci ha amato. Il dinamismo della carità del credente non è frutto di strategie, non nasce da sollecitazioni esterne, da istanze sociali o ideologiche, ma nasce
dall’incontro con Gesù e dal rimanere in Gesù. Egli per noi è la vite dalla quale assorbiamo la linfa, cioè la ‘vita’ per portare nella società un modo diverso di vivere e di spendersi, che mette al primo posto gli ultimi”.

Riflettendo - Vivere concretamente una vita cristiana vuol dire avere il coraggio di superare il nostro orgoglio e fare in modo che le nostre attività quotidiane, il lavoro, la famiglia, e gli altri impegni che ci vedono protagonisti siano un servizio verso il prossimo, uno strumento della nostra solidarietà. Per questo anche noi, in questa vita, possiamo essere santi, semplicemente donando una parola, un atto, un servizio, un sostegno ad una persona che ce lo chiede, nel rispetto delle nostre possibilità concrete. Non siamo chiamati a compiere gesti eroici. I santi hanno vissuto una vita quotidiana semplice e concreta donando se stessi al prossimo. Proviamo a farlo anche noi, se desideriamo vivere una vita cristiana ed essere discepoli di Gesù, con umiltà e semplicità, amando gli altri come noi stessi. (Fabio F.)



Per il video / testo completo del Regina Coeli di Papa Francesco di domenica 29 aprile 2018, cliccare qui

Cernusco sul Naviglio, 30 aprile 2018