“CRISTO È MORTO GRIDANDO IL SUO AMORE PER OGNUNO DI NOI”

“Per giovani e anziani, santi e peccatori, amore per quelli del suo tempo e per quelli del nostro tempo. Sulla sua croce - ha detto Papa Francesco all’omelia della Messa della ‘Domenica delle palme’ - siamo stati salvati affinché nessuno spenga la gioia del Vangelo; perché nessuno, nella situazione in cui si trova, resti lontano dallo sguardo misericordioso del Padre.”


Domenica delle palme 2018 (Foto da www.agensir.it)

 

“Crocifiggilo!”. Il grido della folla a Gerusalemme “non è un grido spontaneo, ma il grido montato, costruito, che si forma con il disprezzo, con la calunnia, col provocare testimonianze false”. Lo ha spiegato il Papa, nell’omelia della Messa presieduta in piazza San Pietro per la ‘Domenica delle palme’, giorno in cui, a livello diocesano, si è celebrata, in tutto il mondo, la Giornata della gioventù.

“È il grido che nasce nel passaggio dal fatto al resoconto”, ha proseguito Francesco: “È la voce di chi manipola la realtà e crea una versione a proprio vantaggio e non ha problemi a ‘incastrare’ altri per cavarsela”. Questo è un “falso” resoconto, ha ammonito il Papa: “Il grido di chi non ha scrupoli a cercare i mezzi per rafforzare sé stesso e mettere a tacere le voci dissonanti. È il grido che nasce dal ‘truccare’ la realtà e dipingerla in maniera tale che finisce per sfigurare il volto di Gesù e lo fa diventare un ‘malfattore’. È la voce di chi vuole difendere la propria posizione screditando specialmente chi non può difendersi. È il grido fabbricato dagli ‘intrighi’ dell’autosufficienza, dell’orgoglio e della superbia che proclama senza problemi: ‘Crocifiggilo, crocifiggilo!’”.

“E così alla fine si fa tacere la festa del popolo, si demolisce la speranza, si uccidono i sogni, si sopprime la gioia; così alla fine si blinda il cuore, si raffredda la carità”, il monito di Francesco. “È il grido del ‘salva te stesso’ che vuole addormentare la solidarietà, spegnere gli ideali, rendere insensibile lo sguardo… Il grido che vuole cancellare la compassione, quel ‘patire con’, la compassione, che è la debolezza di Dio”.

“Di fronte a tutte queste voci urlate – la proposta di Francesco – il miglior antidoto è guardare la croce di Cristo e lasciarci interpellare dal suo ultimo grido. Cristo è morto gridando il suo amore per ognuno di noi: per giovani e anziani, santi e peccatori, amore per quelli del suo tempo e per quelli del nostro tempo. Sulla sua croce siamo stati salvati affinché nessuno spenga la gioia del Vangelo; perché nessuno, nella situazione in cui si trova, resti lontano dallo sguardo misericordioso del Padre. Guardare la croce significa lasciarsi interpellare nelle nostre priorità, scelte e azioni. Significa lasciar porre in discussione la nostra sensibilità verso chi sta passando o vivendo un momento di difficoltà”.

Il Papa ha poi rivolto la sua riflessione ai giovani: “Cari giovani, sta a voi la decisione di gridare, sta a voi decidervi per l’Osanna della domenica così da non cadere nel ‘crocifiggilo! del venerdì… E sta a voi non restare zitti. Se gli altri tacciono, se noi anziani e responsabili – tante volte corrotti – stiamo zitti, se il mondo tace e perde la gioia, vi domando: voi griderete? Per favore, decidetevi prima che gridino le pietre”.

Riflettendo – Chi ama il prossimo come se stesso ha la certezza di migliorare la propria vita ogni minuto, ogni giorno, e affranta le difficoltà quotidiane con determinazione sempre più forte, partecipa alla Messa per accogliere Gesù nel suo cuore, contempla il Crocifisso, non si lamenta, ma festeggia nostro Signore perché vive la vita nel suo amore e nella sua bontà. Lo festeggia oggi agitando una palma, quando entra a Gerusalemme, e risorge a vita nuova ogni domenica, Pasqua giorno del Signore. Chi ama solo se stesso, è chiuso in sé, è indifferente agli altri, è convinto di non aver bisogno dell'aiuto di nessuno, il suo cuore è indurito dalle prove della vita, non si accorge dell'amore che il Signore ha per Lui, non ha più speranza e voglia di vivere. Buona Pasqua a tutti! Gesù muore e risorge in noi ogni giorno per renderci migliori. (Fabio F.)

Per il video / testo completo dell’omelia di Papa Francesco, cliccare qui

Cernusco sul Naviglio, 26 marzo 2018