NELL’EUCARISTIA “C’È UN INCONTRO CON GESÙ”

“Se siamo noi a muoverci in processione per fare la Comunione, in realtà è Cristo che ci viene incontro per assimilarci a sé”, ha spiegato il Papa durante la catechesi di mercoledì 21 marzo: “C’è un incontro con Gesù. Nutrirsi dell’Eucaristia significa lasciarsi mutare in quanto riceviamo”


Foto d’archivio da www.agensir.it

 

“Celebriamo l’Eucaristia per nutrirci di Cristo, che ci dona sé stesso sia nella Parola sia nel Sacramento dell’altare, per conformarci a lui”, ha ricordato Francesco durante la catechesi dell’udienza di oggi, dedicata all’Eucaristia, momento culminante della Messa, poi ha citato le parole di Gesù: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Infatti, il gesto di Gesù che diede ai discepoli il suo Corpo e Sangue nell’ultima Cena, continua ancora oggi attraverso il ministero del sacerdote e del diacono, ministri ordinari della distribuzione ai fratelli del Pane della vita e del Calice della salvezza”. “Dopo aver spezzato il Pane consacrato, il sacerdote lo mostra ai fedeli, invitandoli a partecipare al convito eucaristico”, ha proseguito Francesco.

“Ispirato a un passo dell’Apocalisse – ‘beati gli invitati al banchetto di nozze dell’Agnello’ – dice nozze perché Gesù è lo sposo della Chiesa”, ha commentato il Papa, secondo il quale “questo invito ci chiama a sperimentare l’intima unione con Cristo, fonte di gioia e di santità. È un invito che rallegra e insieme spinge a un esame di coscienza illuminato dalla fede. Se da una parte, infatti, vediamo la distanza che ci separa dalla santità di Cristo, dall’altra crediamo che il suo Sangue viene sparso per la remissione dei peccati”.

Nell’Eucaristia, “c’è un incontro con Gesù” ha detto il Papa, partendo da una frase di Sant’Ambrogio: “Io che pecco sempre, devo sempre disporre della medicina”. “In questa fede, anche noi volgiamo lo sguardo all’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo e lo invochiamo: ‘O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato”, ha proseguito Francesco. “Se siamo noi a muoverci in processione per fare la Comunione, in realtà è Cristo che ci viene incontro per assimilarci a sé”, ha spiegato il Papa: “C’è un incontro con Gesù. Nutrirsi dell’Eucaristia significa lasciarsi mutare in quanto riceviamo”.

“Come il pane e il vino sono convertiti nel Corpo e Sangue del Signore, così quanti li ricevono con fede sono trasformati in Eucaristia vivente. Al sacerdote che, distribuendo l’Eucaristia, ti dice: ‘Il Corpo di Cristo’, tu rispondi: ‘Amen’, ossia riconosci la grazia e l’impegno che comporta diventare Corpo di Cristo”.

Dopo la Comunione, “a custodire in cuore il dono ricevuto ci aiuta la preghiera silenziosa”. Nell’orazione dopo la Comunione, con cui si conclude la liturgia eucaristica, “a nome di tutti, il sacerdote si rivolge a Dio per ringraziarlo di averci resi suoi commensali e chiedere che quanto ricevuto trasformi la nostra vita”.

Riflettendo - Quando mangiamo il Corpo ed il Sangue di Cristo entriamo in comunione con lui, aprendo il nostro cuore ai fratelli: con una parola, un gesto. Noi cristiani siamo chiamati a donare speranza, sostegno e perdono a tutte le persone che incontriamo. La fede è come una bellissima pianta che sboccia, cresce e si rafforza. Quando partecipiamo ad una celebrazione eucaristica e mangiamo il Corpo e beviamo il Sangue di Gesù è per amare il prossimo come noi stessi, per vivere come ha vissuto lui. (Fabio F.)

Per il video / testo completo della catechesi di Papa Francesco di mercoledì 21 marzo 2018, cliccare qui

Cernusco sul Naviglio, 21 marzo 2018