“GUARDIAMO AVANTI E NON INDIETRO. LE FAMIGLIE GIOVANI E I GIOVANI SONO LE NOSTRE PRIORITÀ”

È l’invito rivolto dal responsabile della nostra Comunità pastorale, monsignor Luciano Capra, al termine della prima assemblea ecclesiale, convocata a dieci anni dalla costituzione della “Famiglia di Nazaret”. “Oggi celebriamo questo momento, ma noi vorremmo che continuasse” è stata anche l’indicazione data dal prevosto, che ha così delineato lo stile e il metodo di lavoro per le tre parrocchie cittadine per i prossimi anni. Presenti circa 300 fedeli, con 11 interventi diretti e 50 scritti.


Monsignor Luciano Capra, responsabile della Comunità pastorale,
e il diacono Dario Gellera moderatore dell’assemblea (foto di G. Melzi)

Lo stile e il metodo sinodale – questa è la riflessione che scaturisce al termine della prima assemblea ecclesiale – costituirà la via maestra della nostra Comunità pastorale per i prossimi anni, da percorrere in comunione con la Chiesa diocesana e universale, senza dare nulla per scontato. Una sinodalità che è innanzitutto espressione della volontà di un cammino comune, convergenza di pensiero e di azione, un vivere ed operare insieme, per lo stesso fine, in vista degli medesimi risultati. Camminare insieme, con franchezza nel parlare, in una Comunità in cui devono sempre più prevalere lo spirito di servizio e l’ascolto reciproco. Ma prim’ancora, con la disponibilità ad accogliere Dio nella nostra vita e ad avere fiducia che è Lui stesso a muovere la nostra piccolezza per renderla potente al punto da agire nel cuore degli uomini. “Oggi celebriamo questo momento, ma noi vorremmo che continuasse” è stata la chiara indicazione del responsabile della nostra Comunità pastorale e prevosto della città, monsignor Luciano Capra, in apertura dei lavori.

Nella sua breve introduzione, il prevosto ha messo in evidenza che i cinque gesti concreti indicati al termine della Missione cittadina, lo scorso 31 ottobre, sono stati già quasi tutti attuati, rimane solo da avviare il coordinamento tra i mezzi di comunicazione sociale. Infatti, la collocazione della croce della Missione è stata fatta la sera stessa al Centro cardinal Colombo (croce poi rimossa, ma che a breve sarà riposizionata); l’adorazione eucaristica perenne è iniziata lo scorso 6 gennaio; per il consiglio della Comunità educante le votazioni per l’elezione dei suoi componenti si sono concluse ieri; quindi l’assemblea ecclesiale che si è celebrata oggi.

Per la prima assemblea ecclesiale sono pervenuti una cinquantina di contributi scritti, i cui estensori hanno preferito che non fossero letti pubblicamente ma lasciati alla riflessione della diaconia e del consiglio pastorale. Mentre, invece, una decina di fedeli ha preso la parola direttamente in assemblea, per interventi che non hanno superato i quattro minuti per ciascuno.

Il primo intervento ha posto l’attenzione sulla mancanza di una catechesi per adulti, che includa anche la bioetica e la dottrina sociale, rivolta a tutti e non a singoli gruppi, così da costituire una formazione permanente; da attuare con l’ausilio dei mezzi di comunicazione sociale. Dal successivo intervento, l’invito a elaborare tre progetti: uno per il lavoro, uno per iniziative rivolte a separati, divorziati e risposati e uno per la diffusione del culto mariano. A seguire, chi ha preso la parola ha giudicato incolmabile il vuoto lasciato da questi dieci anni di Comunità pastorale per colpa innanzitutto dei laici che non hanno saputo stimolare i preti.

Nella nostra Comunità le possibilità di comunicare sono tante – ha detto il quarto intervenuto – ma c’è la necessità di coordinare e di utilizzare al meglio gli strumenti a disposizione: quindi ha sollecitato a porre attenzione alle famiglie giovani, interrogandosi su come possiamo aiutarle ad essere cellule vive di vita e di fede.

Una ex-oratoriana ritiene che il ‘Paolo VI’ stia morendo, anche per la mancata presenza, in forma stabile, di un prete o di una suora; non è più un luogo accogliente, è solo vivo per lo sport e per l’oratorio feriale estivo; ha invitato a pensare alla presenza fissa di un educatore, sempre pronto ad accogliere ragazzi, giovani e famiglie.

Per un anziano della Parrocchia Santa Maria Assunta occorre ritornare a quanto si faceva una volta: l’«ora di dottrina» della domenica pomeriggio, con la spiegazione del Vangelo. A suo parere non sono cambiati i tempi, ma le persone, che adesso vogliono costruirsi da sole pensando di poter bastare a se stesse, mentre i preti non avrebbero ancora capito il loro ruolo. Una signora del movimento Terza Età della Parrocchia San Giuseppe Lavoratore ha, invece, sollecitato adesioni al suo gruppo. La gioia provata dall’incontro con il movimento di Comunione e Liberazione è stata raccontata da un anziano della Parrocchia della Madonna del Divin Pianto, contento di offrire adesso il proprio servizio per un lavoro apparentemente umile: la pulizia della chiesa.

L’esperienza del Centro di aggregazione giovanile Friends – dove i ragazzi avvertono di essere accolti e amati - è stata presentata da un educatrice, che ha auspicato, giudicandola fondamentale, un rafforzamento della collaborazione tra Oratorio e Cag.

L’assemblea odierna è espressione dello stile di attenzione e partecipazione che si vive nella nostra Comunità – è stato rimarcato da una coppia che da sette anni vive in città – ma deve essere parte di un cammino spirituale, prima che organizzativo, per annunciare così agli altri la bellezza del Vangelo. Da questi coniugi è venuto poi l’invito a trovare il giusto equilibrio tra due tensioni contrapposte: da una parte la necessità di gestire iniziative in modo unitario e dall’altra l’importanza di far crescere anche le singole parrocchie come luoghi più vivaci, più raccolti e favorevoli all’incontro e all’accoglienza.

Ha chiuso la serie di interventi un componente della commissione incaricata di preparare l’elezione del primo Consiglio della Comunità educante, che ha illustrato il percorso fatto. Hanno votato 800 persone, 200 delle quali lo hanno fatto on line, con oltre 3200 preferenze espresse.

Il prevosto – prima di congedare i circa 300 presenti – ha fatto due sottolineature. La prima è stata un invito a collocare nella giusta luce gli interventi: chi ha parlato ha detto quello che pensa e l’ha offerto alla Comunità, in spirito di umiltà, perché è pur sempre una proposta e non il Vangelo. Con la seconda, ha sollecitato a guardare alle famiglie giovani e ai giovani, altrimenti la Comunità corre il rischio di ripiegarsi su se stessa. La direzione indicata è quindi quella di guardare avanti e non indietro.

Adesso il consiglio pastorale continuerà a lavorare su tutti gli interventi arrivati, così da presentarli, per il prossimo 19 marzo, in una sintesi ragionata. Nel frattempo chi desidera far pervenire il proprio contributo può ancora farlo, inviandolo all’indirizzo mail assembleacernusco@gmail.com oppure consegnandolo ai sacerdoti.

Cernusco sul Naviglio, 5 febbraio 2018.