L’HOUSING SOCIALE HA MOSSO I PRMI PASSI CON LA CARITAS CITTADINA

Con l’housing sociale si costruisce, con chi è in situazione di emergenza abitativa, un percorso verso l’autonomia. È una progettazione che, nella nostra città, per ampliarsi ulteriormente ha bisogno di un più deciso ed ampio intervento di enti e privati, in particolare del privato sociale. Da cinque anni è in atto una collaborazione tra “Farsi prossimo”, Comune e privati, che ha dato risposta ad una ventina di persone. Sei sinora gli alloggi a disposizione.

Aumentano le famiglie italiane in difficoltà per le spese legate alla casa, con grave rischio di cadere nel tunnel della povertà e aggravare l’emergenza abitativa, come evidenziamo nella nostra nota di questa settimana. Ci sono famiglie che non riescono più a pagare il mutuo e le spese della casa o l’affitto, con il rischio dello sfratto. A Cernusco, da cinque anni a questa parte, la Caritas cittadina, attraverso il suo braccio operativo, l’Associazione Farsi prossimo, sta cercando di dare una risposta al disagio abitativo. L’impegno profuso sinora è stato ripercorso in una comunicato stampa diffuso dal Comune dove, a differenza di qualche frettolosa ricostruzione precedente, si mette ben in evidenza che la prima proposta di un progetto di housing sociale, nella nostra città, fu avanzata dalla Caritas cittadina.

«Una ventina tra nuclei famigliari e persone sole – si legge nel comunicato stampa - accompagnati in un percorso di autonomia abitativa che ha permesso loro di ricominciare a vivere una vita più serena e di avere prospettive migliori per il futuro. E’ un progetto iniziato ormai cinque anni fa che sta dando risultati più che positivi, tanto da spingere le associazioni del territorio e il Comune a proseguire sulla stessa strada, quello di social housing messo in campo da ‘Farsi Prossimo’ insieme alla Caritas cittadina e all’amministrazione comunale cernuschese.»

«In principio fu proprio Caritas a proporre nel 2010 al Comune un progetto per mettere in locazione alcuni appartamenti a nuclei famigliari o persone sole segnalate dai servizi sociali o dall’associazione stessa che, per motivi diversi, avevano necessità di trovare una casa a canone calmierato. Tre gli appartamenti inizialmente messi a disposizione, uno da Caritas e due dal Comune. A distanza di cinque anni l’esperienza è mutata, cresciuta e ha coinvolto altri soggetti: l’associazione Farsi Prossimo, attiva sul territorio dal 2012 con diversi progetti (emergenza abitativa e lavorativa, Centro d’Ascolto, Insieme a Tavola, sostegno a persone/famiglie in difficoltà), che è subentrata alla Caritas cittadina nel protocollo sottoscritto con il Comune, ha proposto di allargare il progetto di social housing coinvolgendo così cooperative edificatrici, amministratori di condominio e privati. A loro è stato chiesto di mettere a disposizione appartamenti a canone calmierato per realizzare percorsi di accompagnamento all’autonomia abitativa rivolti a persone che stanno vivendo momenti di disagio a fronte del ruolo di ‘garanti’ che l’associazione Farsi Prossimo e il Comune, in particolare il settore Servizi Sociali, si sono assunti. Ad oggi gli appartamenti a disposizione sono sei.»

La casa di proprietà della Parrocchia di Santa Maria Assunta, in via Biraghi, destinata ad housing sociale

«A distanza di cinque anni dall’inizio del progetto proposto al Comune da Caritas e poi seguito direttamente e sviluppato da Farsi Prossimo, tracciamo un bilancio più che positivo e incoraggiante – sottolinea l’assessore alle Politiche Sociali Silvia Ghezzi -. In questi anni, grazie al progetto di social housing messo in campo, sono state una ventina le famiglie che hanno potuto non solo avere una casa a canone calmierato, ma anche affrontare un percorso di accompagnamento che ha permesso loro di riavere più dignità e strumenti nuovi per affrontare il loro futuro. Un ringraziamento particolare va quindi a Farsi Prossimo, associazione che è riuscita a fare rete con le istituzioni come con la comunità, coinvolta direttamente proprio nello spirito di mutuo aiuto che sta alla base di questo tipo di iniziative, che il Comune sostiene e promuove fortemente”. Il progetto di social housing è stato confermato lo scorso maggio e proseguirà.»

«”Siamo soddisfatti dei risultati raggiunti in questi anni, anche grazie alla collaborazione con il Comune. – dichiara il presidente dell’associazione Farsi Prossimo, Roberto Mondonico –. Questa iniziativa nacque, stimolata anche dall’appello lanciato dal Cardinal Tettamanzi alle nostre Parrocchie di farsi carico di queste nuove emergenze sociali, scegliendo di mettersi in gioco in prima persona. Era importante essere d’esempio e poi, stimolare anche nuove collaborazioni, per rispondere alle urgenti necessità di singoli e famiglie in grave difficoltà. Per questo motivo la Comunità pastorale mise a disposizione, per prima, un appartamento di sua proprietà. Ciò che è seguito, per quanto non facile, ha condotto a risultati concreti e importanti. E’ stato fondamentale trovare fiducia e collaborazione da parte dell’ente locale, delle cooperative e anche di alcuni privati e poter, insieme, unire le rispettive risorse e fare rete intorno ai soggetti più deboli, accompagnandoli in un percorso di reinserimento sociale e stabilizzazione economica”.»

Con l’housing sociale si costruisce, con chi è in situazione di emergenza abitativa, un percorso verso l’autonomia. È una progettazione che, nella nostra città, per ampliarsi ulteriormente ha bisogno di un più deciso ed ampio intervento di enti e privati, in particolare del privato sociale. Offrire un aiuto concreto di questo genere può eliminare i rischi di ghettizzazione e di cronicizzazione della situazione di disagio abitativo, aumentando i benefici e riducendo i costi sia economici sia sociali.

“Quello che dobbiamo perseguire è trasformare dei piccoli sogni in realtà ed oggi un piccolo sogno diventa straordinario perché percorre la strada della giustizia facendo in modo che dei fratelli emarginati possano riavere quello che gli spetta: una casa”: è quanto ha dichiarato l’arcivescovo di Agrigento, cardinale Francesco Montenegro, alla presentazione di sette mini appartamenti destinati all’housing sociale dalla sua diocesi. Il nostro gesto - ha detto ancora Montenegro – “non è un gesto di carità, ma di giustizia perché stiamo ridando a qualcuno qualcosa che gli spetta”. Anche Cernusco sarà capace di far diventare realtà tanti di questi piccoli sogni? Non per vantarsene, ma solo per una questione di giustizia sociale.

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 19 ottobre 2015