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Martedì 16 Aprile

CONTRO LA CORRUZIONE, “MOBILITARE LE COSCIENZE”

La corruzione priva le persone, soprattutto i poveri, della libertà, della dignità e della giustizia. E' presente ovunque, in tutto i Paesi del mondo, perché nasce nel cuore dell'uomo.


Don Luigi Ciotti (Foto da: www.agensir.it)

È una vera sfida culturale contro la corruzione quella partita negli scorsi giorni dalla Santa Sede. Il Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, in collaborazione con la Pontificia Accademia delle Scienze, ha organizzato un evento internazionale chiamando a raccolta magistrati, associazioni, forze dell’ordine, vittime di crimini e naturalmente esponenti ecclesiali, per discutere su quella che Papa Francesco definisce “la peggiore piaga sociale” e “il linguaggio delle mafie”. A conclusione dell’incontro, un gruppo di lavoro sta provvedendo all’elaborazione di un testo condiviso che guiderà̀ i lavori successivi e le future iniziative. Tra queste, si segnala al momento la necessità di approfondire, a livello internazionale e di dottrina giuridica della Chiesa, la questione relativa alla scomunica per corruzione e associazione mafiosa.

«Il Papa ci invita a un esame di coscienza – ha dichiarato don Luigi Ciotti, fondatore di Libera all’Agenzia SIR, e tra i partecipanti al citato evento internazionale - a guardare i nostri comportamenti, linguaggi e modalità. A guardarci dentro per guardare poi fuori: una Chiesa che invita a guardare verso il cielo senza distrarci dalle responsabilità verso la terra. È una grande sfida culturale per scuotere le coscienze ed educare alla responsabilità. Qui ho sentito ripetere tante volte la parola legalità ma bisogna stare attenti: la legalità rischia di diventare un idolo dietro il quale si nascondono un po’ tutti. La legalità è uno strumento, un mezzo importante ma l’obiettivo resta la giustizia sociale. Legalità non può restare nemmeno una parola educativa: è importante fare progetti nelle scuole, ma la legalità deve concretizzarsi, tradursi in lavoro, servizi, opportunità per i giovani, sostegno alle famiglie, contrasto alle varie forme di violenza e di crimine, all’eroina che è ritornata alla grande, al gioco d’azzardo. Altrimenti resta una parola astratta. Dobbiamo avere un’attenzione particolare anche alle dipendenze degli “eremiti digitali”, quei ragazzi che navigano ore e ore su internet e si rinchiudono in se stessi e diventano patologici. Qui ci si è ritrovati per dire: come Chiesa facciamo uno scatto in avanti.»

«La criminalità politica ed economica vanno a braccetto e favoriscono la criminalità organizzata. Mafia e corruzione in Italia sono due facce della stessa medaglia. La presenza criminale mafiosa è tornata molto forte nonostante l’impegno e il sacrificio di molti. Non è solo un problema di ordine giudiziario. Non bastano solo le leggi. C’è una dimensione culturale ed educativa che deve entrare in gioco. E ci vuole un cambiamento dal basso. Ma non basta: bisogna che i movimenti si muovano da dentro altrimenti diventano eventi, manifestazioni. Tre parole diventano fondamentali: la continuità nel fare le cose, la condivisione e la corresponsabilità. La disponibilità a collaborare con le istituzioni se fanno bene e di essere un pungolo propositivo se non fanno ciò che devono fare.«

Papa Francesco dice che la corruzione incide soprattutto sui poveri. «Certo. Ad esempio – osserva don Ciotti - dove si privatizza la sanità ci sono più bambini che hanno meno accesso ai farmaci. Questo è un dato di cui dobbiamo tenere conto per dire che chi è più fragile ed escluso paga un prezzo alto, perché ha meno accesso ai diritti e alla dignità. In Italia le mafie non sono figlie della povertà e dell’arretratezza in senso stretto ma si avvalgono della povertà e dell’arretratezza, per avere un terreno fertile, per reclutare picciotti, per giocare sulla fatica e la disperazione di tante persone. C’è una ricerca uscita tempo fa che vale ancora oggi: padri di famiglia italiani con figli a casa che cercano disperatamente lavoro hanno dichiarato di essere disposti, pur di sfamare la propria famiglia, ad accettare lavori in cui potrebbero esserci grosse illegalità.»

Punto di vista - Gli ordinamenti dei Paesi democratici hanno come obiettivo quello di tutelare e proteggere la persona umana sia come singolo sia come membro della società nella quale vive. Il rispetto delle legge permette a tutti i membri di una collettività nazionale di vivere in pace, armonia e solidarietà. La corruzione distrugge questo sistema di regole. Lo fa in modo silenzioso, nascosto ed invisibile sia nel nostro Paese (che vive ormai da venticinque anni una tangentopoli quasi permanente) sia in molti Paesi del mondo. Questo fenomeno sociale è intollerabile, perché impedisce a molte persone di migliorare la propria vita, di esercitare il diritto inviolabile al rispetto sacro della libertà e della dignità umana. Papa Francesco quando era arcivescovo di Buenos Aires ha visto in prima persona gli effetti negativi della corruzione vivendo a contatto con le persone più povere e svantaggiate della sua città e ora che guida la Chiesa cattolica mobilita la coscienza di ogni essere umano contro la corruzione per cercare di eliminare questa piaga sociale, che trasforma il denaro da strumento o mezzo indispensabile per vivere a fine della propria vita. Questo reato, atto di profondo egoismo. va sempre denunciato e combattuto. Non bisogna accettare nè abituarsi a questa comportamento criminale. (F.F.)

Cernusco sul Naviglio, 19 giugno 2017