ATTENTATO A MANCHESTER. “L’OSCURITÀ DEL MALE NON CI TRAVOLGERÀ”

Reagiscono i leader religiosi al terribile attacco terroristico di Manchester che ha provocato la morte di 22 persone. Tra le vittime purtroppo anche bambini e adolescenti.


Foto da www.agensir.it

Ha il volto giovane dei bambini e dei teenager l’ultimo terribile attacco terroristico in Europa, nell’arena di Manchester: 22 le vite spezzate da una bomba imbottita di chiodi e schegge metalliche, 60 i feriti. Tra le vittime del kamikaze finiscono anche molti bambini. “È stato l’attacco più disgustoso e vigliacco, contro persone innocenti e giovani indifesi, con l’obiettivo di fare più vittime possibile”, ha detto la premier britannica Theresa May. “Avremo giorni difficili davanti a noi. Ma a Manchester, assieme al peggio, l’umanità ha mostrato anche il suo meglio. I terroristi non vinceranno mai. I nostri valori prevarranno sempre”.

Papa Francesco si è detto “profondamente rattristato per i feriti e la tragica perdita di vite causate dal barbaro attentato” e ha espresso la sua “profonda solidarietà con tutti coloro che sono stati colpiti da questo insensato atto di violenza”.

“Attacchi di questo tipo non hanno alcuna giustificazione”, ha detto il vescovo cattolico John Arnold, che guida la diocesi di Salford della quale fa parte anche la città di Manchester. “Ci uniamo in preghiera per tutti coloro che sono morti e anche per i feriti e le loro famiglie e chiunque è stato coinvolto in questa tragedia”. “Dobbiamo tutti impegnarci – ha aggiunto il vescovo – a lavorare insieme, in ogni modo possibile, per aiutare le vittime e le loro famiglie a costruire e rafforzare la solidarietà che tiene insieme la nostra comunità”.

Il vescovo anglicano di Manchester, David Walker, ha ricordato anche come “molte vite saranno stravolte per sempre da questa tragedia” e ha spiegato come “la rabbia provata quando capitano fatti così tragici va trasformata in una forza per il bene”. Sulla stessa lunghezza d’onda il pensiero dell’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby: “Eroica Manchester, l’oscurità del male non ti travolgerà. Preghiamo per coloro che sono nel dolore e nella dura prova della perdita e per coloro che ci proteggono”.

Quello di Manchester è il peggiore attacco terroristico su suolo britannico dal 7 luglio del 2005, quando a Londra quattro bombe piazzate da Al Qaeda su mezzi del trasporto pubblico uccisero 56 persone, compresi i 4 kamikaze, e ne ferirono 700. Sono invece passati due mesi da quando il 22 marzo scorso un’auto aveva investito una dozzina di passanti sul ponte di Westminster, a pochi metri dal Parlamento britannico; l’assalitore era poi sceso e aveva attaccato un poliziotto di guardia all’entrata dell’edificio. Welby ha scritto: “Abbiamo affrontato attacchi terroristici prima e questo ultimo non ci sconfiggerà”.

Anche la comunità islamica inglese si è unita nel dolore con tutto il Paese. “I miei pensieri e le mie preghiere sono con le vittime e le loro famiglie”, ha scritto Harun Khan, segretario generale del Consiglio musulmano britannico. “Ho saputo che ad essere colpiti da ciò che la polizia ha confermato essere un attacco terroristico sono stati adolescenti e bambini. Questo è orribile, questo è criminale. Che gli attentatori affrontino il pieno peso della giustizia sia in questa vita che in quella successiva”.

Il presidente del World Jewish Congress (WJC) Ronald S. Lauder ha invitato all’unità. “Il mondo deve essere unito per rispondere e sconfiggere la piaga del terrorismo. Le nostre libertà e il nostro stile di vita devono trionfare”. (Fonte: Agenzia SIR)

Punto di vista - Il mondo oggi è un grande villaggio oppure un immenso condominio con molti appartamenti che hanno misure molto diverse fra loro, sono le nazioni: ognuna delle quali ha un proprio governo e un popolo con una specifica identità nazionale. Nazioni che sono connesse fra loro grazie a internet e a una estesa rete di personal computer che permette a ogni essere umano di comunicare e di viaggiare virtualmente in ogni angolo del globo terrestre. Stiamo vivendo la "globalizzazione" nelle informazioni e nel commercio internazionale, ma non stiamo vivendo la globalizzazione nel diritto a vivere una vita dignitosa sia nel Paese d'origine che in altri Paesi. La constatazione di questa realtà provoca a volte sentimenti di profonda frustrazione e di odio nelle persone che sono state costrette ad emigrare nei Paesi occidentali, nei quali desiderano cambiare la propria vita, ma non riuscendovi vivono molto spesso come emarginati in ghetti separati dalla società che li ospita. In queste periferie, in quartieri isolati, il terrorismo trova facilmente terreno fertile in chi intende protestare contro un sistema economico e contro una società dalle quali si sentono esclusi, nelle quali si sentono estranei, ma forse il vero motivo folle è che solo attraverso il terrorismo pensano di poter dare un senso alla propria vita. (F.F.)

Cernusco sul Naviglio, 29 maggio 2017