ARRIVA IL PATTO PADANO PER LIMITARE LO SMOG

Il cuore dell’accordo sono gli investimenti, in tutto 32 milioni di euro tra ministero e Regioni, per ridurre l’inquinamento in agricoltura e per incentivare l’acquisto di mezzi meno impattanti.


Foto archivio SIR

Stop al traffico omogenei in tutta la pianura padana dal 2018, fondi per lo svecchiamento del parco auto e per ridurre l’inquinamento in agricoltura (in tutto 16 milioni di euro messi a disposizione dal ministero dell’Ambiente più altrettanti dalle Regioni) e possibili interventi sulle tasse automobilistiche per incentivare il passaggio ad auto meno inquinanti, a scapito in particolare dei motori diesel. Sono questi i punti principali del patto anti-smog delle regioni padane firmato (il 9 giugno) a Bologna dal ministro Gian Luca Galletti e dai rappresentanti di Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Piemonte.

Il tempo è scaduto, o prendiamo provvedimenti ora o rischiamo di prenderli quando sarà troppo tardi. Forse qualche lezione in questi anni l’abbiamo imparata”, ha detto Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia Romagna, prima della firma. Secondo Galletti, quello licenziato alla vigilia del G7 “è un documento buono perché per la prima volta avremo misure omogenee e vincolanti. Mi aspetto che venga considerato dall’Unione Europa in modo positivo anche in relazione all’infrazione” per i troppi sforamenti dei limiti di legge sulle Pm10. Per questo Galletti ha invitato con lui fin da ora a Bruxelles i rappresentanti delle Regioni padane che l’hanno sottoscritto. Durante il convegno che ha preceduto la firma, Galletti ha rivendicato un ruolo di guida sulla lotta allo smog in Pianura Padana, a fortissimo rischio di sanzione Ue.

Il cuore dell’accordo sono gli investimenti, in tutto 32 milioni di euro tra ministero e Regioni, per ridurre l’inquinamento in agricoltura e per incentivare l’acquisto di mezzi meno impattanti attraverso gli eco-bonus. Ma per ottenere lo stesso obiettivo si ipotizza anche un intervento sulle tasse automobilistiche. “Non si tratta di punire quanto della possibilità di premiare chi sceglie motori meno inquinanti“, ha sottolineato l’assessore all’ambiente lombardo Claudia Maria Terzi, che però ha aggiunto: “anche l’idea che il diesel costi meno della benzina può essere rivista”. Previsto, inoltre, che le Regioni padane utilizzino nei prossimi anni le stesse ‘regole d’ingaggio’ per affrontare le emergenze smog. (Fonte «Agenzia DIRE», www.dire.it)

Punto di vista - La nascita e lo sviluppo della rete telematica di internet permette a tutti gli uomini di essere in comunicazione fra loro sia dal punto di vista umano che commerciale e fa capire sempre di più che tutte le attività devono e possono svolgersi nel rispetto dell'ambiente nel quale viviamo. Al termine della seconda guerra mondiale, è iniziata nei Paesi occidentali una corsa sfrenata alla produzione di beni di consumo di ogni genere attraverso un sistema economico industriale nel quale i diversi soggetti avevano come unico obiettivo quello di produrre senza molto preoccuparsi dei danni che procuravano all'ambiente. Quanto accaduto successivamente, a partire dal buco nell'ozono, ha fatto capire a tutti i governi dei Paesi sviluppati che le attività umane devono e posso continuare nel rispetto del territorio nel quale viviamo per evitare i fenomeni climatici estremi che sempre più frequentemente caratterizzano il nostro pianeta. Dagli anni novanta, nel nostro Paese sono state approvate, sia a livello nazionale che locale, misure per evitare ad esempio l'emissione di sostanze nocive nell'atmosfera che se vengono introdotte nel nostro organismo, respirando aria inquinata, danneggiano gravemente la nostra salute. Proteggere l'ambiente ci serve per sopravvivere e nel nostro Paese sembra che le istituzioni ad ogni livello lo abbiano capito e stanno cercando di limitare i danni prima che sia troppo tardi. (F.F.)

Cernusco sul Naviglio, 12 giugno 2017