Giovedì 28 Marzo

BUON NATALE DI SPERANZA A TUTTI!

Viviamo un tempo violato da ciò che sta accadendo in Europa, nel Medio Oriente, in Africa e in tante altre parti del mondo. Il Natale del Signore “sarà veramente una festa se accoglieremo Gesù, seme di speranza che Dio depone nei solchi della nostra storia personale e comunitaria. Ogni ‘sì’ a Gesù che viene è un germoglio di speranza. Buon Natale di speranza a tutti!”


L’albero di Natale in Piazza Unità d’Italia
Il presepio in Piazza Gavazzi (pagina iniziale)

Natale ha le sue tradizioni e tra queste quella di scambiarci gli auguri si mantiene solida. E ne abbiamo bisogno, soprattutto nel momento che stiamo vivendo. Non bello e tanto meno buono. Non è che quelli di una volta fossero tempi migliori. Forse il passato è migliore solo perché caricato di memoria, nostalgia, di vaga bellezza. È anche questo un modo per difenderci dalla fatica del presente che rimane, comunque, «il nostro tempo» da vivere.

Un tempo violato da ciò che sta accadendo in Europa, di cui l’ultimo tragico attentato di Berlino è solo l’ultimo anello di una lunga catena, nel Medio Oriente, in Africa e in tante altre parti del mondo. Un tempo violato dal crepitio delle armi. “Il circolo vizioso della violenza appare senza speranza e senza fine” ha detto negli scorsi giorni l’amministratore apostolico del patriarcato latino di Gerusalemme, monsignor Pierbattista Pizzaballa, con riferimento a quanto sta accadendo, in particolare, ad Aleppo, in Siria e Iraq, nella quasi totale indifferenza dell’opinione pubblica mondiale, aggiungendo poi che “la situazione dei cristiani in queste terre e in Egitto è una completa tragedia”. Ma nonostante i cuori siano “spezzati rimangono pronti alle sorprese – ha aggiunto Pizzaballa – rinnovando a Betlemme la nostra fede in un Dio dal volto solo apparentemente debole: quello del Bambino Gesù” che dona speranza e offre una meta.

A Natale, “La speranza è entrata nel mondo, con l’incarnazione del Figlio di Dio” – ha spiegato Papa Francesco durante l’udienza generale di mercoledì 21 dicembre - perché “Dio adempie la promessa facendosi uomo; non abbandona il suo popolo, si avvicina fino a spogliarsi della sua divinità. In tal modo Dio dimostra la sua fedeltà e inaugura un Regno nuovo, che dona una nuova speranza all’umanità. E qual è questa speranza? La vita eterna.”

“Quando si parla di speranza, spesso ci si riferisce a ciò che non è in potere dell’uomo e che non è visibile. In effetti – ha proseguito Papa Bergoglio – ciò che speriamo va oltre le nostre forze e il nostro sguardo. Ma il Natale di Cristo, inaugurando la redenzione, ci parla di una speranza diversa, una speranza affidabile, visibile e comprensibile, perché fondata in Dio. Egli entra nel mondo e ci dona la forza di camminare con Lui: Dio cammina con noi in Gesù e camminare con Lui verso la pienezza della vita ci dà la forza di stare in maniera nuova nel presente, benché faticoso. Sperare allora per il cristiano significa la certezza di essere in cammino con Cristo verso il Padre che ci attende. La speranza mai è ferma, la speranza sempre è in cammino e ci fa camminare. Questa speranza, che il Bambino di Betlemme ci dona, offre una meta, un destino buono al presente, la salvezza all’umanità, la beatitudine a chi si affida a Dio misericordioso.”

Il Natale del Signore “sarà veramente una festa – ha concluso il Santo Padre - se accoglieremo Gesù, seme di speranza che Dio depone nei solchi della nostra storia personale e comunitaria. Ogni ‘sì’ a Gesù che viene è un germoglio di speranza. Buon Natale di speranza a tutti!” Questo è anche il nostro augurio a tutti i lettori di CernuscoInsieme.

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 22 dicembre 2016