CONSULTA SOCIALE, NUOVO REGOLAMENTO PER INCORAGGIARE LA PARTECIPAZIONE

Nel dibattito in consiglio comunale è emerso che le tre consulte – sport, cultura e sociale - fanno fatica a svolgere la loro funzione perché scarsa è la partecipazione dei rappresentanti delle associazioni.

L’assessore alle politiche sociali Silvia Ghezzi ha illustrato – nel corso della seduta del consiglio comunale dello scorso 29 novembre – alcune modifiche apportate al regolamento della Consulta del sociale, redatto nel 2009, come già fatto per quello della Consulta della cultura. Proposte poi approvate dal consiglio comunale.

Le ragioni che hanno portato a questa proposta sono da ricercare nelle variazioni intervenute nelle associazioni iscritte all’apposito albo comunale, nella sempre maggiore fatica, soprattutto in questi ultimi anni, riscontrata nella partecipazione e nel constatare che ci sono associazioni che per la loro attività rientrano sia nella Consulta del sociale che in quella culturale, con una migrazione dalla prima alle seconda con conseguente riduzione delle presenze.

Su stimolo del presidente e del direttivo della consulta – ha poi aggiunto l’assessore – “si è lavorato per aggiornare il regolamento, per rendere più snello il suo funzionamento e per togliere dal diritto di voto soggetti che non hanno mai partecipato” (per esempio: Provincia di Milano, Regione Lombardia). È stata resa più snella la proceduta per l’elezione del direttivo e del presidente e infine sono state accolte alcune richieste pervenute dai consiglieri comunali, prevedendo la presenza, senza diritto di voto, del presidente del consiglio comunale dei ragazzi, la pubblicizzazione delle convocazioni delle sedute dell’assemblea e del direttivo, sul sito comunale e su Facebook, e dei relativi verbali

“Quello della partecipazione è un problema che attiene al ricambio generazionale di tutto il nostro tessuto associativo. Siamo fermi a volontari dai 60 anni in su. È difficile coinvolgere i giovani”: è la constatazione fatta da Claudio Gargantini (Persona e Città). A suo parere la partecipazione alle Consulte non dovrebbe essere limitata solo ai rappresentanti delle associazioni ma aperta a chiunque abbia un’attenzione al sociale, così da favorire il confronto tra cittadini e amministratori pubblici. Con riferimento anche ad altre consulte, il consigliere ha evidenziato che in alcuni casi di riunioni fatte dal direttivo o dall’assemblea non esistono neppure i verbali; in altri casi non sono state neppure convocate per lungo tempo. Gargantini ha, infine, osservato che “per la vita delle consulte manca quella capacità propositiva che un territorio che vive realmente dovrebbe riuscire ad esprimere, Una consulta che agisce su impulso dell’assessore di competenza serve a poco.”

Per Danilo Radaelli (Sinistra per Cernusco), “le consulte in questi anni hanno svolto un ruolo estremamente positivo perché hanno permesso un confronto tra soggetti ed esperienze diverse, hanno proposto iniziative (Natale solidale, Festa delle culture …), Sono iniziative che alla fine sono anche segno di vivacità. Si può aggiornare, sistemare, migliorare ma raccontiamo anche in maniera veritiera quello che le consulte hanno fatto in questi anni.”

“Come detto in Commissione si potrebbe anche pensare ad un’unificazione delle due consulte, sociale e cultura - ha dichiarato Andrea Gadda (PD) - perché alcune associazioni del territorio sono a metà strada da una e l’altra e perché c’è difficoltà di partecipazione.” L’assessore Ghezzi ha precisato che è nata dalla Consulta del sociale la richiesta di unificarsi, ma poi il direttivo di quella della cultura non è stato del medesimo parere.

Per l’assessore Rita Zecchini, le consulte sono inserite in un processo in continuo divenire e già nei loro regolamenti è prevista la possibilità che possano lavorare insieme. L’assessore allo sport Ermanno Zacchetti ha difeso il lavoro fatto sinora dalla Consulta dello sport, ha sottolineato la necessità che il suo funzionamento sia il più snello possibile senza l’appesantimento di troppi adempimenti, concludendo così: “ogni organizzazione poi funziona in relazione alla passione e al tempo che uno ci mette per farla funzionare”.

Cernusco sul Naviglio, 5 dicembre 2016