“CERCARE L’INCONTRO E IL DIALOGO CON TUTTI COLORO CHE CREDONO IN DIO”

Armenia, Georgia, Azerbaijan: un unico viaggio, per far sì che “le questioni aperte possano trovare buone soluzioni e tutte le popolazioni caucasiche vivano nella pace e nel rispetto reciproco”. A spiegarlo ai fedeli è stato il Papa, nell’udienza generale di mercoledì 5 ottobre, dedicata a ripercorrere idealmente le tappe del suo 16° viaggio apostolico, in Georgia e Azerbaijan.


Papa Francesco in Piazza San Pietro
(Foro archivio SIR – Riproduzione riservata)

Francesco comincia con l’incontro con il patriarca di tutta la Georgia, Ilia II: “La sua testimonianza mi ha fatto tanto bene al cuore e all’anima”, dice il Papa, sottolineando che il viaggio apostolico in Georgia e Azerbaijan “è stato il proseguimento e il completamento di quello effettuato in Armenia, nel mese di giugno”. Nei tre Paesi caucasici, il Papa ha voluto “confermare la Chiesa cattolica che vive in essi e incoraggiare il cammino di quelle popolazioni verso la pace e la fraternità”. E lo ha fatto in due Paesi che “hanno radici storiche, culturali e religiose molto antiche, ma nello stesso tempo stanno vivendo una fase nuova”: sia Georgia che Azerbaijan celebrano infatti quest’anno il 25° della loro indipendenza, essendo stati per buona parte del secolo XX sotto il regime sovietico. E in questa fase, dice Francesco, “incontrano parecchie difficoltà nei diversi ambiti della vita sociale”. Per questo la Chiesa cattolica “è chiamata ad essere presente, ad essere vicina, specialmente nel segno della carità e della promozione umana”, e “cerca di farlo in comunione con le altre Chiese e Comunità cristiane e in dialogo con le altre comunità religiose, nella certezza che Dio è Padre di tutti e noi siamo fratelli e sorelle”. “Collaborazione con i fratelli ortodossi, che formano la grande maggioranza della popolazione” e preghiera per la pace “In Siria, in Iraq e in tutto il Medio Oriente”. Sono i due aspetti del viaggio in Georgia messi in evidenza nella catechesi.

“Commovente” l’incontro con Ilia II, ma anche la visita alla cattedrale di Tiblisi, “dove si venera la reliquia della tunica di Cristo, simbolo dell’unità della Chiesa corroborata dal sangue di tanti martiri delle diverse confessioni cristiane”. “Tra le comunità più provate” c’è quella assiro-caldea, con cui il Papa ha vissuto “un intenso momento di preghiera per la pace in Siria, in Iraq e in tutto il Medio Oriente”. La Messa con i fedeli cattolici della Georgia – latini, armeni e assiro-caldei – è stata celebrata nella memoria di Santa Teresa di Gesù Bambino, patrona delle missioni. “Lei ci ricorda – le parole del Papa – che la vera missione non è mai proselitismo, ma attrazione a Cristo a partire dalla forte unione con lui nella preghiera, nell’adorazione e nella carità concreta, che è servizio a Gesù presente nel più piccolo dei fratelli”. “È quello che fanno i religiosi e le religiose che ho incontrato a Tbilisi, come poi anche a Baku”, la testimonianza di Francesco: “Lo fanno con la preghiera e con le opere caritative e promozionali. Li ho incoraggiati ad essere saldi nella fede, con memoria, coraggio e speranza”. E poi ci sono le famiglie cristiane: “Quant’è preziosa la loro presenza di accoglienza, accompagnamento, discernimento e integrazione nella comunità”.

In Azerbaijan, ” la maggioranza della popolazione è musulmana e i cattolici sono poche centinaia, ma grazie a Dio hanno buoni rapporti con tutti, in particolare mantengono vincoli fraterni con i cristiani ortodossi”. A Baku, il racconto di Francesco, “abbiamo vissuto due momenti che la fede sa tenere nel giusto rapporto: l’Eucaristia e l’incontro interreligioso”. Il primo è l’Eucaristia con la piccola comunità cattolica: la comunione in Cristo, il commento del Papa, “non impedisce, anzi, spinge a cercare l’incontro e il dialogo con tutti coloro che credono in Dio, per costruire insieme un mondo più giusto e fraterno”. Alle autorità azere, sottolinea il Papa a proposito dei risvolti “politici” del viaggio, “ho auspicato che le questioni aperte possano trovare buone soluzioni e tutte le popolazioni caucasiche vivano nella pace e nel rispetto reciproco”. “Dio benedica l’Armenia, la Georgia e l’Azerbaigian, e accompagni il cammino del Suo Popolo santo pellegrino in quei Paesi”, l’augurio finale per il Caucaso. (Fonte: Agenzia SIR)

Per leggere il testo integrale della catechesi di Papa Francesco di mercoledì 5 ottobre 2016, cliccare qui

Cernusco sul Naviglio, 6 ottobre 2016