DIMENTICARE PER RIPARTIRE?

“Un anno da dimenticare”: il ritornello più recitato al termine del 2020. Ma come si fa a dimenticare tutti quei giorni dolorosi: per la perdita di una persona cara, per la difficoltà del lavoro, per un problema economico; non si possono dimenticare le fatiche di questo anno passato! E quindi come ripartire? Una domanda, magari inespressa che tutti ci siamo posti. La Chiesa, con la sua saggezza, come ogni anno ha proposto e cantato il suo Te Deum, un canto di ringraziamento a Dio. E come ogni anno l’ho cantato.

La domenica successiva all’uscita dalla Messa mi sono fermata (con la prudenza del caso) sul sagrato a salutare alcuni amici. La neve stava sciogliendosi, ma resisteva qua e là qualche mucchietto. Ragazzini e bambini (con le loro mascherine alle quali ormai sono avvezzi) scorazzavano per ogni dove divertendosi, mentre le madri coi piccoli indugiavano nei saluti.

In quel momento mi sono ritornate in mente alcune parole del Te Deum: ”Salva il tuo popolo, Signore, guida e proteggi i tuoi figli”.

Ed è sgorgata dal cuore una gratitudine immensa per essere parte di questo popolo fatto di quei bambini, di quelle famiglie, di quelle persone e di tutte le persone che non conosco. E il sagrato mi è apparso come un abbraccio misericordioso che contiene e accoglie tutti.

Si può ripartire anche dalle ferite del 2020 con le ultime parole del Te Deum che supplica: “Tu sei la nostra speranza, non saremo confusi in eterno”.

A. B.