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VAN THUAN. LIBERO TRA LE SBARRE

“VAN THUAN. LIBERO TRA LE SBARRE” di T. Gutiérrez de Cabiedes, Città Nuova 2018

Dopo l’incontro per i bambini del catechismo del 1°/12/20, in cui si è parlato di lui, di questo “santo” dei nostri tempi, i genitori e altre persone desiderano saperne di più e leggere la sua “biografia”?

“Nguyen Van Thuan,- continuò solennemente l’ufficiale,- ti abbiamo fatto portare qui perché sei colpevole di aver causato problemi al Governo del popolo sovrano del Vietnam. Sei accusato di propaganda imperialista e di essere un infiltrato delle potenze straniere”… “L’ultima cosa che voglio è tradire il mio Paese per il quale ho vissuto e per il quale desidero continuare a vivere...con tutte le mie forze” (pag. 10)

E’ bello vedere come Van Thuan risponde sempre alle accuse dei suoi persecutori, e lo fa in un modo così ragionevole che colpisce noi, ma colpisce nel tempo anche loro, tanto che dovranno cambiare continuamente i suoi sorveglianti, che diventano addirittura suoi amici e sono comunque affascinati dalla sua persona e dalla sua forza. “Il 13/4/1967 fu nominato primo vescovo vietnamita della diocesi di Nha Trang. Il 30 /4/1975, dopo una cruenta guerra durata più di due decenni, il Vietnam del Nord conquistò il Sud, dal quale pochi mesi prima erano uscite sconfitte le truppe degli Stati Uniti. Nel nuovo Paese si impose un regime comunista. Van Thuan fu arrestato il 15/8/75… Fu prigioniero in diverse prigioni e in un campo di rieducazione per 13 anni, nove dei quali in regime di isolamento” (Da Cenni storici, pagg. 340-341). Il libro in realtà è un romanzo, scritto dall’autrice con l’aiuto di numerosi testimoni anche diretti. E’ un libro emozionante, per nulla faticoso da leggere, perché i numerosi capitoli, piuttosto brevi, si susseguono in modo da suscitare il desiderio di continuare a vedere cosa accade, anche perché succede sempre qualcosa! Quando fu imprigionato, Van Thuan aveva dovuto abbandonare tante famiglie con cui aveva iniziato un piano educativo e un sistema di piccole cooperative mediante le quali esse riuscivano ad aiutarsi tra loro e a sfamarsi, sia gli adulti che i bambini. Chi avrebbe pensato a loro adesso? Ma il Signore nella preghiera gli dice: “Ti lamenti di non poter lavorare per me. Perché non mi lasci i tuoi progetti? Ami me o le opere che fai per me?” (pag. 68). E gli dice di affidare a Lui tutte queste persone, di fidarsi di Lui. Van Thuan più di una volta vive in situazioni estreme di malattia, di umiliazione fisica e morale; è stato diversi mesi in una fogna con pochissimo spazio, in isolamento totale e ai limiti della resistenza fisica e morale fino al rischio della depressione. Giustamente i catechisti hanno collegato la nostra situazione di isolamento, con i sacrifici che comporta, a quello che ha vissuto lui in modo più radicale. Lo salva la memoria della croce di Cristo e la certezza della Sua presenza: “Dal più profondo grido a te, o Signore!”(pag.66). Si affida completamente al Signore, che da un certo momento in poi, gli darà anche la possibilità di celebrare quasi sempre la Messa con dei frammenti di pane nascosti in una saponetta. Sono il dialogo con Dio, la preghiera e la fisicità della presenza di Gesù che lo salvano dalla depressione e dal senso di abbandono. Dopo l’isolamento, nella stiva di una nave gelida, incatenati a due a due, avrà la possibilità per un po’ di tempo di convivere con dei compagni, aiutandoli a reggere in una situazione estrema: accompagnerà qualcuno alla morte nella pace; diventerà amico di un buddista, che resterà affascinato dalla sua fede e dal suo Dio fino alla conversione… Colpisce molto il fatto che ciò che chiede a Dio per i suoi compagni o per le guardie si realizza, accade: gli altri rimangono stupiti di come il suo Dio accolga concretamente il bisogno di ogni uomo di fronte alla sofferenza anche morale, al male e alla morte. Rosa Papa