Giovedì 28 Marzo

MADONNA DI SANTA MARIA “LIBERATECI DAL CORONAVIRUS”

La comunità cristiana cernuschese, sin dalle sue antiche origini, ha sempre trovato conforto nei momenti di grave difficoltà in un luogo e in una figura materna. Il pensiero va al “piccolo e vetusto Santuario, che occhieggia col suo campani letto suggestivo sul fluire lento del canale Martesana, in una ghirlanda di alberi maestosi e secolari e dei giardini che gli stanno attorno”. Entrando in questa chiesetta di Santa Maria, della cui esistenza si ha certezza in un documento del 1191, ci si trova subito davanti alla «“nostra Madonna”: in qualunque giorno vi andiate troverete una lampada , dei lumini, delle candele che ardono e crepitano, omaggio dei devoti, dei quali qualcuno è lì alla balaustra, o nelle penombra delle chiesa, e prega guardando alla Madonna, che guarda ancor Lei coi suoi occhi vivi ed espressivi e pieni di lacrime!. Il nostro popolo l’ha in mente la sua Madonna, e ci va a venerarla; ama però di fare le sue devozioni alla Gran Madre quasi segretamente, a togliere ogni ostentazione e per aver maggior libertà di fervore. E non è bella una devozione così, umile e non chiassosa?”


Alla Madonna di Santa Maria, in questi giorni così drammatici, per la pandemia da Coronavirus, ci invitano a guardare i sacerdoti della nostra Comunità pastorale, innalzando a Lei la preghiera che generazioni di Cernuschesi hanno recitato, unendoci così in una catena ininterrotta di suppliche.

Madonna Addolorata che nel piccolo e devoto Vostro Santuario di Cernusco amate di essere invocata e di spargere le vostre consolazioni: Voi che mai siete stata invocata invano, ascoltate le suppli­che, che Vi presentiamo con confidenza tutta filiale.
Madre di Dio e madre nostra, Vi scon­giuriamo di guardare ognora a noi poveri peccatori con occhi di materna misericor­dia. Degnatevi di essere nostra avvocata, presso il Vostro divin figlio Gesù.
Dal suo Cuore divinamente buono ot­teneteci la cessazione dei mali, che ci af­fliggono.
Otteneteci tutte le grazie che Vi do­mandiamo e in particolare liberateci dal Coronavirus.
Ma soprattutto otteneteci la grazia della salvezza dell’anima, compiendo sem­pre come Voi, nella gioia e nel dolore, la volontà del Signore. E così sia.
Tre Ave Maria.


Le cronache del passato ci dicono che “anche a Cernusco negli anni 1835-36 infierì gravemente il morbo del colera con molte vittime; tempi di calamità” nei quali “i Cernuschesi ricorsero con maggior fervore e fede alla Madonna di Santa Maria e pare abbiano fatta una solenne promessa che si compì nel 1837” con la costruzione dell’attuale altare e la posa di “due simulacri dell’Addolorata e del Cristo morto, che vi sono tutt’ora in venerazione”.

Negli ultimi mesi del 1944 si registrò “un continuo accorrere devoto a Santa Maria; pare siano tornati certi tempi passati. C’è chi porta fiori, chi porta lumi, tutti pregano. Ma perché questo tanto ricorrere alla Madonna? Questo supplicarla continuamente? Che cosa si vuole da Lei? E’ la speranza di tutti che la Madonna di Santa Maria ci salverà fino alla fine della guerra, dalle bombe e da ogni altro accidente disastroso. E soprattutto ci ottenga la grazia della salvezza di questa nostra cara Patria, che deve ritrovare la sua strada di gloria e di grandezza! E la grazia della pace universale dei popoli nella giustizia. Grazia grande, grandissima, che va meritata con la preghiera e con la penitenza.” Alla fine stesso anno si legge su Voce Amica: “Anche il 1944 si chiude da noi senza disgrazie, senza bombardamenti e mitragliamenti, avvenuti pur tanto vicini. E’ sul labbro di tutti noi: ‘La nostra Madonna di Santa Maria ci protegge!’ In mezzo di noi c'è comprensione: di ubbidienza all’Autorità, di giusta tolleranza vicendevole, di rispetto e di amore all’ordine.”

Anche oggi la Vergine Maria ci dice di non perdere mai la fiducia, ci invita a non avere paura, nella certezza che Dio non abbandona il suo popolo. “La responsabilità di chi è cristiano si chiama speranza – ha scritto in questi giorni Davide Rondoni, poeta e scrittore - e si tratta di sostenere la speranza di tutti. Una circostanza che come tutte e in modo speciale è una occasione di presenza originale come giudizio e come azione.” (C.G.)

Cernusco sul Naviglio, 16 marzo 2020.