Giovedì 28 Marzo

“CI SONO TANTE RELIGIONI, MA SEMPRE GUARDANO IL CIELO, GUARDANO DIO”

“Quello che Dio vuole è la fratellanza tra noi (e nel viaggio in Marocco ), con i musulmani”, ha detto Papa Francesco, commentando la sua recente visita nel Paese africano. “Non dobbiamo spaventarci della differenza. Dio ha permesso questo. Dobbiamo spaventarci se noi non operiamo nella fraternità, per camminare insieme nella vita.”


Foto da vatican.va

“Un altro passo sulla strada del dialogo e dell’incontro con i fratelli e le sorelle musulmani, per essere – come diceva il motto del Viaggio – ‘Servitore di speranza’ nel mondo di oggi”. Così il Papa ha definito il suo recente viaggio in Marocco, di cui nella catechesi dell’udienza di oggi, ha ripercorso le tappe.

“Sabato e domenica scorsi ho compiuto un viaggio apostolico in Marocco, invitato da Sua Maestà il Re Mohammed VI”, ha esordito Papa Francesco, che poi ha aggiunto: “Il mio pellegrinaggio ha seguito le orme di due santi: Francesco d’Assisi e Giovanni Paolo II. 800 anni fa Francesco portò il messaggio di pace e di fraternità al Sultano al-Malik al-Kamil; nel 1985 Papa Wojtyła compì la sua memorabile visita in Marocco, dopo aver ricevuto in Vaticano – primo tra i Capi di Stato musulmani – il Re Hassan II”.

“Qualcuno può domandarsi: ma perché il Papa va dai musulmani, e non solamente dai cattolici? Ci sono tante religioni, come mai?”. “Con i musulmani siamo discendenti dallo stesso padre, Abramo”, la risposta del Papa. “Perché Dio permette che ci siano tante religioni?”, l’altra domanda. “Dio ha voluto permettere questa realtà”, la seconda risposta di Francesco: “Ci sono tante religioni, alcune nascono dalla cultura, ma sempre guardano il cielo, guardano Dio”. “Ma quello che Dio vuole è la fratellanza tra noi, e in questo viaggio, con i musulmani”, ha esclamato il Papa. “Non dobbiamo spaventarci della differenza. Dio ha permesso questo. Dobbiamo spaventarci se noi non operiamo nella fraternità, per camminare insieme nella vita.”

“Servire la speranza, in un tempo come il nostro, significa anzitutto gettare ponti tra le civiltà”, ha proseguito Francesco: “E per me è stata una gioia e un onore poterlo fare con il nobile Regno del Marocco, incontrando il suo popolo e i suoi governanti. Ricordando alcuni importanti vertici internazionali che negli ultimi anni si sono tenuti in quel Paese, con il Re Mohammed VI abbiamo ribadito il ruolo essenziale delle religioni nel difendere la dignità umana e promuovere la pace, la giustizia e la cura del creato, nostra casa comune”.

“In questa prospettiva – ha spiegato il Papa – abbiamo anche sottoscritto insieme un Appello per Gerusalemme, perché la Città Santa sia preservata come patrimonio dell’umanità e luogo di incontro pacifico, specialmente per i fedeli delle tre religioni monoteiste”. “Ho visitato il Mausoleo di Mohammed V, rendendo omaggio alla memoria di lui e di Hassan II, come pure l’Istituto per la formazione degli imam, dei predicatori e delle predicatrici”, ha sottolineato Papa Francesco a proposito delle altre tappe della prima giornata del viaggio”: “Questo Istituto promuove un Islam rispettoso delle altre religioni e rifiuta la violenza e l’integralismo”. “Cioè sottolinea che noi siamo tutti fratelli e dobbiamo lavorare per la fratellanza”.

Riflettendo - Non servono parole dotte oppure azioni grandiose per vivere in armonia con tutti, al contrario occorrono parole semplici, concrete, umili, gioiose e gesti spontanei, quelli a noi consoni nel rispetto delle condizioni nostre e delle diversità sociali, culturali e religiose nelle quali vivono i nostri interlocutori, nostri fratelli. Per costruire ponti, dobbiamo accoglierci, gli uni e gli altri, nel rispetto reciproco. Questo è il messaggio di fratellanza umana che ci ha donato il Santo Padre nel corso del suo breve viaggio apostolico in Marocco, (Fabio F.)

Per il video / testo completo della catechesi di Papa Francesco di mercoledì 3 aprile 2019, cliccare qui

Cernusco sul Naviglio, 3 aprile 2019