“IL DURO RIFIUTO NON SCORAGGIA GESÙ”

“Anche oggi, il mondo ha bisogno di vedere nei discepoli del Signore dei profeti, cioè delle persone coraggiose e perseveranti nel rispondere alla vocazione cristiana”. “Persone che seguono la ‘spinta’ dello Spirito Santo, che le manda ad annunciare speranza e salvezza ai poveri e agli esclusi.”


Foto d’archivio da www.agensir.it

“Dio vuole la fede, loro vogliono i miracoli, i segni; Dio vuole salvare tutti, e loro vogliono un Messia a proprio vantaggio”. Così il Papa, durante l’Angelus di domenica 3 febbraio, ha spiegato la differenza tra la “logica di Dio” e le aspettative del popolo nei confronti di Gesù. “Di fronte a questo invito ad aprire i loro cuori alla gratuità e alla universalità della salvezza, i cittadini di Nazaret si ribellano, e addirittura assumono un atteggiamento aggressivo”, ha fatto notare Francesco: “L’ammirazione del primo istante si è mutata in un’aggressione, una ribellione contro di Lui. E questo Vangelo (secondo il Rito romano, Luca 4,21-30) ci mostra che il ministero pubblico di Gesù comincia con un rifiuto e con una minaccia di morte, paradossalmente proprio da parte dei suoi concittadini”.

“Gesù, nel vivere la missione affidatagli dal Padre, sa bene che deve affrontare la fatica, il rifiuto, la persecuzione e la sconfitta”, ha commentato il Papa: “Un prezzo che, ieri come oggi, la profezia autentica è chiamata a pagare. Il duro rifiuto, però, non scoraggia Gesù, né arresta il cammino e la fecondità della sua azione profetica. Egli va avanti per la sua strada, confidando nell’amore del Padre”.

“Anche oggi, il mondo ha bisogno di vedere nei discepoli del Signore dei profeti, cioè delle persone coraggiose e perseveranti nel rispondere alla vocazione cristiana”, ha esclamato Francesco: “Persone che seguono la ‘spinta’ dello Spirito Santo, che le manda ad annunciare speranza e salvezza ai poveri e agli esclusi; persone che seguono la logica della fede e non del miracolismo; persone dedicate al servizio di tutti, senza privilegi ed esclusioni. In poche parole: persone che si aprono ad accogliere in sé stesse la volontà del Padre e si impegnano a testimoniarla fedelmente agli altri”.

Riflettendo – Per vivere concretamente la Parola che ascoltiamo quando partecipiamo alla Messa, dobbiamo accogliere anche le persone che non ci accolgono, non ci apprezzano e non ci sono amiche. Pregare per loro e parlare con loro, come ha fatto Gesù a Nazaret che ha annunciato la buona novella anche ai suoi concittadini che gli erano ostili, duri, chiusi alla parola di Dio. Essi guardavano solo al figlio di Giuseppe e non a Gesù di Nazaret. Il cristiano accoglie tutti, anche i suoi nemici e persecutori, e prega per loro. (Fabio F.)

Per il video / testo completo dell’Angelus di Papa Francesco di domenica 3 febbraio 2019, cliccare qui

Cernusco sul Naviglio, 4 febbraio 2019