Venerdì 29 Marzo

“MAESTRO, INSEGNACI A PREGARE!”

Iniziando un nuovo ciclo di catechesi sul Padre Nostro, il Papa ha detto: “la cosa più bella e più giusta che tutti quanti dobbiamo fare è di ripetere l’invocazione dei discepoli: ‘Maestro, insegnaci a pregare!’. Sarà bello ripeterlo in questo tempo di Avvento”


Foto d’archivio, da www.agensir.it

Il Papa, con l’udienza di oggi, ha iniziato un nuovo ciclo di catechesi sulla preghiera del Padre Nostro. “I Vangeli ci hanno consegnato dei ritratti molto vivi di Gesù come uomo di preghiera. Gesù pregava”, ha esordito Francesco: “Nonostante l’urgenza della sua missione e l’impellenza di tanta gente che lo reclama, Gesù sente il bisogno di appartarsi nella solitudine e di pregare”.

“Il Vangelo di Marco ci racconta questo dettaglio fin dalla prima pagina del ministero pubblico di Gesù”, ha fatto notare il Papa: “La giornata inaugurale di Gesù a Cafarnao si era conclusa in maniera trionfale. Calato il sole, moltitudini di ammalati giungono alla porta dove Gesù dimora: il Messia predica e guarisce. Si realizzano le antiche profezie e le attese di tanta gente che soffre: Gesù è il Dio vicino, il Dio che ci libera. Ma quella folla è ancora piccola se paragonata a tante altre folle che si raccoglieranno attorno al profeta di Nazareth; in certi momenti si tratta di assemblee oceaniche, e Gesù è al centro di tutto, l’atteso dalle genti, l’esito della speranza di Israele”. “Eppure lui si svincola”, ha commentato Francesco: “Non finisce ostaggio delle attese di chi ormai lo ha eletto come leader. E’ un pericolo dei leader attaccarsi tropo alla gente, non prendere distanza. Gesù se ne accorge, e non finisce ostaggio della gente. Fin dalla prima notte di Cafarnao, dimostra di essere un Messia originale”. “Nell’ultima parte della notte, quando ormai l’alba si annuncia, i discepoli lo cercano ancora, ma non riescono a trovarlo. Dov’è?”, ha detto il Papa continuando il suo racconto evangelico: “Finché Pietro finalmente lo rintraccia in un luogo isolato, completamente assorto in preghiera. Gli dice: ‘Tutti ti cercano!’. L’esclamazione sembra essere la clausola apposta ad un successo plebiscitario, la prova della buona riuscita di una missione. Ma Gesù dice ai suoi che deve andare altrove; che non è la gente a cercare lui, ma è anzitutto Lui a cercare gli altri. Per cui non deve mettere radici, ma rimanere continuamente pellegrino sulle strade di Galilea. E anche pellegrino verso il Padre, cioè pregando. In cammino di preghiera. Gesù prega”.

“Le ultime parole di Gesù, prima di spirare sulla croce, sono parole dei salmi, cioè della preghiera dei giudei. Pregava con le preghiere che la mamma gli aveva insegnato”. Lo ha fatto notare il Papa, che poi ha osservato: “Gesù pregava come prega ogni uomo del mondo. Eppure, nel suo modo di pregare, vi era anche racchiuso un mistero, qualcosa che sicuramente non è sfuggito agli occhi dei suoi discepoli, se nei vangeli troviamo quella supplica così semplice e immediata: ‘Signore, insegnaci a pregare'”.

“Iniziando questo ciclo di catechesi sulla preghiera di Gesù, la cosa più bella e più giusta che tutti quanti dobbiamo fare è di ripetere l’invocazione dei discepoli: ‘Maestro, insegnaci a pregare!’”. “Sarà bello, in questo tempo di Avvento, ripeterlo: ‘Signore, insegnami a pregare'”

Riflettendo – Quando preghiamo con umiltà, gioia e intensità il Signore ci ascolta. La preghiera sincera è umile e profonda. (Fabio F.)

Per il video / testo completo della catechesi di Papa Francesco di mercoledì 5 dicembre 2018,

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Cernusco sul Naviglio, 5 dicembre 2018