PIOLTELLO, LE MISSIONARIE AL QUARTIERE SATELLITE

Le tre suore non sono arrivate per caso. Hanno scelto di svolgere la missione non in Africa, in Asia o in Sudamerica ma a Pioltello, per incontrare l’umanità che arriva qui da tutto il mondo.

Una delle tre suore missionarie mentre racconta la sua esperienza, lo scorso giovedì, alla presenza dell’Arcivescovo di Milano

Lo scorso giovedì sera, nella nostra chiesa prepositurale, al termine della riflessione dell’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, sono state presentate tre esperienze in atto nella nostra Zona pastorale. Tra queste, anche quella delle suore missionarie che dallo scorso dicembre risiedono al Quartiere Satellite di Pioltello.

Al Quartiere Satellite in 40 palazzi a nove piani vivono 10mila persone, 80 per cento delle quali straniere (l’intero Comune di Pioltello conta 37mila abitanti di cui 10mila stranieri). In meno di un chilometro quadrato sono rappresentate 68 nazionalità. Il che è una fortuna, perché vige un certo equilibrio e nessuna cultura prevale sulle altre, ma anche una sfida quotidiana per chi si deve occupare di integrazione, sicurezza, obbligo scolastico, disagio giovanile e familiare. Nelle strade che intersecano il quartiere l’emporio etnico smercia alimenti filippini accanto alla macelleria islamica, le donne nordafricane velate passeggiano accanto alle ragazzine sudamericane in microshort, in una convivenza a volte tesa ma non impossibile.

Suor Rosella, suor Parboti e suor Sagaya sono missionarie dell’Immacolata (Pime) e non sono arrivate per caso in via Cimarosa. Hanno scelto per la prima volta di svolgere la missione non in Africa, in Asia o in Sudamerica ma a Pioltello, a incontrare l’umanità che arriva qui da tutto il mondo.

«Volevamo capire la realtà del Satellite dall’interno, comprendere in modo più profondo le persone che abitano sul nostro territorio, in particolare coloro che provengono dall’estero e che portano cultura e religiosità singolari. Così con le altre parrocchie di Pioltello e con la Caritas cittadina abbiamo cercato una comunità di suore che potesse semplicemente 'abitare' in mezzo a questa variopinta umanità», ha spiegato ad Avvenire il parroco di Maria Regina, don Roberto Laffranchi, che all’inizio di dicembre ha benedetto l’appartamento in cui le tre donne vivono. Due camere con un piccolo spazio per pregare, un bagno, un soggiorno con cucina, tutto affrescato di bianco e arredato con mobili di recupero, donati dalla Caritas. L’alloggio è uno dei dieci sequestrati per morosità e messi all’asta, uno dei tre assegnati alla Fondazione San Carlo della diocesi di Milano, che li ha ristrutturati e resi abitabili all’interno di un vasto piano di riqualificazione dell’intero agglomerato.

La presenza delle suore, in una casa rimessa a nuovo, è già di per sé un segno di legalità, in un quartiere in cui non tutti sono in regola con le rate di mutuo o con l’affitto, e con le spese comuni. Al Satellite gli ascensori per lo più sono fuori uso e il riscaldamento centrale non funziona: tagliato perché non veniva pagato.

«Sì, le suore sono un segno civile: in un appartamento di via Cimarosa torna la legalità. E sono un segno religioso: il Satellite è un luogo in cui ci può essere dialogo tra religioni diverse», ha commentato, sempre ad Avvenire, il sindaco Ivonne Cosciotti.

Le suore, al momento, non hanno un compito specifico se non quello di «esserci» - ha spiegato la superiora al quotidiano, suor Maria Antonia Rossi - di offrire una testimonianza evangelica, di conoscere il quartiere e di farsi conoscere, vivendo tra gli altri, in un appartamento, come tutti, mettendo in pratica la Parola insieme alla gente. Dopo i primi mesi, si vedrà «cosa ci chiederà lo Spirito Santo», dicono. (Fonte: Avvenire, 30 dicembre 2018)

Cernusco sul Naviglio, 21 gennaio 2019