PAPA FRANCESCO INCONTRERÀ I GIOVANI ITALIANI

Manca meno di un mese all’incontro dei giovani italiani con Papa Francesco a Roma, l’11 e il 12 agosto, dal titolo “Siamo qui”. Nella Capitale sono attesi, dopo una settimana di cammino sulle vie dei pellegrini delle loro terre d’origine, almeno 50mila giovani da quasi 200 diocesi.

Foto da www.agensir.it

I giovani italiani che parteciperanno all’incontro con Papa Francesco convergeranno a Roma, al Circo Massimo, dove sabato 11 agosto, tra le 18.30 e le 20.30, ci sarà una veglia di preghiera con il Santo Padre. Domenica 12 agosto alle 9.30, l’appuntamento è in piazza San Pietro, con la messa finale del cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, il conferimento, da parte del Pontefice, del mandato missionario e la recita dell’Angelus. Don Michele Falabretti, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile, in un’intervista all’Agenzia Sir, ha spiegato il significato di questa due giorni e l’obiettivo che si pone.

«Lo scopo è quello di ritrovarsi a pregare in vista del Sinodo sui giovani – ha precisato don Falabretti - che si terrà ad ottobre e che è un evento epocale. A tale riguardo il mondo della pastorale giovanile, e più in generale quello ecclesiale, non può che partire dalla preghiera. Siccome il Sinodo è un cammino, abbiamo voluto pensare a questo incontro come un cammino condiviso, proposto in prima persona ai giovani perché sentissero che la Chiesa vuole camminare con loro e accompagnarli. E soprattutto perché sentissero che possono – se vogliono – camminare dentro una comunità, dentro la Chiesa.»

“Riscoprire la nostra chiamata” - «A me pare che come cristiani stiamo perdendo l’idea che “io credo perché Qualcuno mi chiama”. Dobbiamo riscoprire – ha continuato don Falabretti - la nostra chiamata che viene dalla Parola di Dio e che fa la Chiesa. Il fatto di camminare insieme ci ricorda questo.»

“L’idea del cammino” - «Questo di Roma è il primo incontro nazionale di Papa Francesco con i giovani italiani, che – ha aggiunto don Falabretti - arriveranno nella capitale dopo aver raggiunto a piedi santuari cari alla loro tradizione spirituale e dopo aver visitato luoghi significativi (ospedali, carceri…) della sofferenza umana… L’idea del cammino contiene spunti importanti per questo tempo: innanzitutto il cammino vuole essere un’estensione dell’attività sinodale. Il Sinodo è l’assemblea del Papa e dei vescovi che si ritrovano per confrontarsi. Cosa che faranno i nostri giovani in marcia. Essi ci ricordano che la fede è cammino, movimento, non è stare fermi. In secondo luogo il cammino è una cifra pastorale interessante. Ci diciamo sempre che oggi è più difficile di ieri, che ci sentiamo smarriti. Abbiamo bisogno di ricordare a noi stessi che mettersi in cammino è già una risposta alle nostre mille domande. Mettersi in cammino è l’atteggiamento che questo tempo chiede ai cristiani perché ci viene chiesto di farci compagni di viaggio. È nel cammino che incontriamo le storie degli uomini, le loro fatiche di credere e di vivere. Nell’incontro con le storie dei santi, dei testimoni, i giovani incontrano il Vangelo vissuto e così facendo lo apprendono. Il Vangelo lo conosci quando lo incontri e non solo quando ne senti parlare.»

«L’appello di questi giovani alla Chiesa – ha concluso don Falabretti - è quello di essere considerati e ritenuti stimolo e provocazione per la fede degli adulti. Spero anche che la loro presenza sia un richiamo alla società civile perché come ci sono tanti modi, in questo mondo, di essere adulti ce ne sono altrettanti di essere giovani. Non si tratta di fare classifiche o esprimere giudizi, ma ci sono giovani che hanno il coraggio di mettersi in cammino.»

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Cernusco sul Naviglio, 23 luglio 2018