L’Oratorio estivo è «l'esperienza più coinvolgente che riguarda i bambini, gli adolescenti e i giovani della Chiesa italiana, perché è l'unica vera esperienza che permette loro di avere un ruolo da protagonisti; è l'unico vero momento in cui i giovani hanno in mano 'le chiavi' delle nostre comunità. Perché - lo dobbiamo confessare senza remore - il resto dell'anno le comunità trattano assai spesso i ragazzi come ospiti.»

In Sacer, ‘foto simbolo’ oratorio estivo 2018

La Chiesa italiana si sta preparando, con diverse iniziative, al Sinodo dei Vescovi, che si terrà a Roma dal 3 al 28 ottobre, dedicato a “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. In particolare, focalizzandosi sull’ascolto delle nuove generazioni, anche attraverso un portale dedicato e con pellegrinaggi a piedi, lungo itinerari che valorizzano la tradizione e la spiritualità locale, che culmineranno a Roma nell’incontro con Papa Francesco, l’11 e 12 agosto. Ai nostri lettori, in vista di questo importante appuntamento sinodale, proponiamo una riflessione – pubblicata su www.vinonuovo.it - che si riallaccia all’esperienza dell’oratorio estivo, già conclusa in due oratori cittadini ma ancora in corso in Sacer, dove terminerà venerdì 20 luglio.

In Sacer, torneo serale di calcio saponato per animatori oratorio estivo 2018

«In queste settimane, ogni comunità cristiana vive già incarnando lo spirito del Sinodo, secondo quella modalità antica e unica che è l'oratorio estivo, declinato nelle varie forme a seconda dei luoghi e delle tradizioni. Si tratta – è innegabile - dell'esperienza più coinvolgente che riguarda i bambini, gli adolescenti e i giovani della Chiesa italiana, perché è l'unica vera esperienza che permette loro di avere un ruolo da protagonisti; è l'unico vero momento in cui i giovani hanno in mano 'le chiavi' delle nostre comunità. Perché - lo dobbiamo confessare senza remore - il resto dell'anno le comunità trattano assai spesso i ragazzi come ospiti: concessione di spazi e tempi parziali, proposte pensate da adulti, calendari impostati secondo schemi non più aderenti alla realtà giovanile. Non sempre e non ovunque è così, ma la vita media della parrocchia italiana vive, per 11 mesi all'anno, dando le chiavi in mano a signori dai capelli bianchi e ritagliando dal mare magnum della vita ecclesiale qualche proposta (datata) per i giovani, sotto la supervisione di adulti più o meno formati.»

«Invece, in estate, loro, i giovani, hanno 'il mazzo di carte' e decidono a cosa giocare, secondo quali tempi, quali modi, quali esperimenti. Hanno la possibilità di proporre e fare, abitare gli spazi e anche i tempi, in una collaborazione talvolta faticosa ma feconda con gli adulti, che affiancano, indirizzano e consigliano, ma non si sostituiscono a essi, non occupando quella parte di vita comunitaria che è propria dei giovani. Sembra, magicamente, che per un mese all'anno la comunità si fidi di loro, che sentono, pur dentro la custodia degli adulti, di poter osare…»

«In questi giorni verrebbe la pena chiederci se lo Spirito non ci stia dicendo qualcosa. Perché, a saper guardare, forse anche gli altri 11 mesi dell'anno abbiamo bisogno dei ragazzi, che certo saranno occupati da scuola e sport, corsi e lezioni... Tuttavia, vorremo una buona volta chiederci: perché molti sono presenti nelle settimane in cui 'hanno le chiavi' e poi spariscono? Solo per divertimento, pigrizia, comodità? Stimiamo così poco la generazione 'millennials' e 'post millennials' da etichettarli sotto quelle voci? O forse non c'è altro? Stiamo vivendo giorni al soffio dello spirito del Sinodo: non gettiamo alle ortiche le energie che i ragazzi, con i loro limiti e i loro talenti, ci stanno donando.»

«E voi, cari ragazzi, a fine mese non restituire le chiavi delle nostre comunità. Tenetele, per favore. Tenetele, e sentitevi in diritto di usarle. Sentitevi in diritto di stare nelle nostre comunità da protagonisti e non da ospiti. Avete il coraggio di osare: fatelo. Siete il futuro delle nostre comunità, la speranza della fede in queste nostre contrade stanche e impaurite!»

Siamo certi che don David - responsabile dei tre oratori cittadini e al quale va riconosciuto il merito di aver saputo coinvolgere in questa bella esperienza estiva oltre 220 animatori ed educatori - non se li lascerà scappare via facilmente e continuerà, quindi, ad accompagnarli, con l’entusiasmo e la creatività che lo caratterizzano, nel loro cammino di crescita. Impegno che sarà meno gravoso se la comunità tutta lo sosterrà convintamente, innanzitutto con la preghiera. (C&A)

Cernusco sul Naviglio, 13 luglio 2018