L’EUROPA STRAVOLGE LA FAMIGLIA

Il Parlamento europeo ha approvato, lo scorso 9 giugno, una risoluzione non legislativa che “invita la Commissione a elaborare e adottare una nuova strategia specifica per i diritti delle donne e l’uguaglianza di genere in Europa, che miri a creare pari opportunità”, “nell’ottica di porre fine a tutte le forme di discriminazione a cui le donne sono esposte nel mercato del lavoro per quanto riguarda retribuzioni, pensioni, processo decisionale, accesso a beni e servizi e conciliazione tra vita familiare e professionale, come pure a tutte le forme di violenza nei confronti delle donne, nonché al fine di eliminare le strutture e le pratiche discriminatorie connesse al genere”. Il Parlamento invita inoltre a “prevedere azioni specifiche per rafforzare i diritti di diversi gruppi di donne, tra cui le donne con disabilità, le donne migranti e appartenenti a minoranze etniche, le donne rom, le donne anziane, le madri sole e le Lgbt” (lesbiche, bisessuali, gay, transex, ndr).

Il testo della risoluzione, accanto a costruttive osservazioni sulla difesa dei diritti delle donne, aggiunge aspetti controversi, come nel capitolo dedicato alla salute, dove si legge che il Parlamento “chiede alla Commissione di sostenere gli Stati membri nel garantire servizi di qualità elevata”, nei settori “della salute sessuale e riproduttiva e dei relativi diritti, dell’interruzione di gravidanza e della contraccezione sicure e legali”; ancora, si “invita la Commissione, riconoscendo l’importanza dei diritti sessuali e riproduttivi, a creare modelli di prassi eccellenti di educazione sessuale per i giovani di tutta Europa”.

«Il documento approvato dal Parlamento europeo sulle tematiche familiari – ha commentato il professor Carlo Cardia, docente all’Università degli studi di Roma Tre, su Avvenire dell’11 giugno scorso - pur non vincolante per i Paesi membri, presenta contenuti e princìpi inauditi che stravolgono storia, diritto e realtà naturale, violano diritti umani solennemente garantiti dalle Carte internazionali, pongono le basi per nuove discriminazioni contro le donne, i giovani, l’infanzia. Anche la semplice lettura di questa che è una semplice “risoluzione non legislativa” pone seri problemi per il futuro: l’Europa apre al "gender", chiude alla solidarietà, abbandona i più deboli. Ed è viziato già all’origine perché il tema della famiglia e della sua disciplina è di stretta competenza dei singoli Stati, ogni ingerenza viola quella sussidiarietà che è alla base dei Trattati dell’Unione.»

«Dentro questa cornice, che chiede di riconoscere il diritto all’aborto, e accettare ogni scelta procreativa – prosegue nella sua analisi il professor Cardia - emergono conseguenze che stravolgono la vita della famiglia e alcuni valori primari: l’eliminazione delle figure di padre e madre, l’introduzione di insegnamenti obbligatori in materia di sessualità che hanno l’obiettivo di violare la funzione educativa della genitorialità, la legittimazione di pratiche procreative mortificanti per la donna.» Con la citata risoluzione, sempre a parere di Cardia, «si apre una prospettiva nella quale non tutti i bambini possono avere un papà e una mamma, che riduce la maternità a variante non necessaria per la nascita dei figli e la loro crescita, e che trasforma la scuola in strumento d’intromissione nell’educazione dei figli e trasmissione di ideologie contrarie alla naturalità dei rapporti familiari.»

«Un’Europa che intenda sostenere questi princìpi e obiettivi – è la conclusione del docente - è esattamente all’opposto di quella delineata e sognata dai suoi fondatori, per i quali la solidarietà per le nuove generazioni, era al centro di ogni progetto ed ogni attività delle istituzioni europee. Dobbiamo dire oggi che un’Europa che accetti l’egoismo e l’individualismo anche nelle relazioni umane elementari fa obiettivamente paura.» Una prospettiva che deve preoccupare, sollecitando una «mobilitazione delle coscienze, con un impegno che gridi forte che vogliamo un’Europa capace di tutelare la famiglia nei suoi valori naturali di solidarietà interna e difesa dei più piccoli. Vale davvero la pena battersi per un obiettivo così nobile.»

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 15 giugno 2015